Rifiuti. Il piano di ripresa del Governo punta sui Tmb anziché sul riciclo. La Lega insorge
Il Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr), che dovrebbe essere incentrato sul progetto europeo Next Generation Eu, al punto dedicato al riciclo dedica spazio alle tecnologie che caratterizzano il fallimento di Roma
La bozza del Governo per recepire in Italia il programma europeo Next Generation Eu dedica un capitolo anche alle tematiche ambientali. Al tema rifiuti, come tecnologia il documento promuove il Tmb (trattamento meccanico biologico), cioè la tecnologia che, rimestando i rifiuti indifferenziati dentro impianti di vagliatoria, consente di cambiare la definizione del rifiuto da “urbano” a “speciale” e quindi poterlo smaltire fuori dalla regione di produzione. È la modalità adottata soprattutto da Roma, con le conseguenze ben note. Per questo motivo la Lega protesta contro l’inadeguatezza del progetto.
Il documento del Governo
Pubblichiamo un passo della bozza di Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza).
La prima componente “Impresa verde ed economia circolare”, ha come obiettivi prioritari la promozione della sostenibilità ambientale nella filiera dell’agricoltura, il sostegno a progetti innovativi di decarbonizzazione tramite processi di economia circolare, nonché la definizione di un piano nazionale per l’economia circolare. In quest’ultimo ambito, l’Italia è in linea con gli obiettivi europei del 2020 in termini di riutilizzo e riciclo di materiali: nel 2017 il tasso di utilizzo circolare dei materiali era al 17,7%, al di sopra della media europea, e nel 2018 il tasso di riciclo si è attestato al 49,8%. Una ulteriore spinta legislativa in questo ambito proviene dal recente recepimento del pacchetto dell’economia circolare (Direttive 2018/849, 850, 851, 852), nel quale sono presenti target per i rifiuti urbani (riciclo del 55% entro il 2025, del 65% entro il 2035), i rifiuti da imballaggi ( 70% di riciclo entro il 2030) e per l’uso delle discariche soglia
massima del 10% dei rifiuti urbani con smaltimento in discarica entro il 2035 (al 2018 l’uso delle discariche ha interessato il 22% dei rifiuti urbani prodotti).
Per realizzare tali obiettivi, oltre ad un rafforzamento del quadro regolamentare attraverso mirati interventi di riforma, sono previste due linee d’azione:
1. La prima linea d’azione “Agricoltura sostenibile” prevede iniziative per la competitività, la riqualificazione energetica e la capacità logistica del comparto agricolo italiano. In particolare, gli interventi mirano all’efficientamento energetico e all’isolamento termico/coibentazione degli immobili adibiti a uso produttivo nel settore agricolo e zootecnico, quest’ultimo responsabile di circa il 50% delle emissioni
di gas clima-alteranti. Infine, si intende sostenere un piano per la logistica del comparto agricolo, che si sostanzia in contributi alle aziende per abbassare l’impatto ambientale del sistema dei trasporti, migliorare la capacità di stoccaggio delle materie prime agricole, la capacità logistica dei mercati all’ingrosso e far esprimere il potenziale in termini di export delle piccole e medie imprese agroalimentari italiane.
2. La seconda linea d’azione “Economia circolare e gestione dei rifiuti” è focalizzata su tre interventi principali: a) la riduzione del gap impiantistico della filiera del riciclo, che costituisce una principale criticità in molte regioni del paese, tramite l’ammodernamento degli impianti esistenti e la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti; b) il sostegno a iniziative per ricavare prodotti chimici e carburanti “circolari” da rifiuti plastici e urbani; c) il sostegno a progetti innovativi di decarbonizzazione.
Le proteste dei leghisti
“Se davvero l’unica soluzione del Governo per perseguire l'economia circolare è quella di “ammodernare gli impianti esistenti e realizzare nuovi impianti per il trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti”, come scritto nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, significa che questa maggioranza Pd-M5s, ha deciso di continuare a penalizzare cittadini ed imprese del Sud perseverando con scelte che condannano mezza Italia ad un costo sociale ed economico pesantissimo, senza alcun vantaggio in termini di tutela dell'ambiente e della salute", affermano con una nota congiunta i senatori della Lega Arrigoni, Briziarelli, Bruzzone, Pazzaglini e Testor, componenti della Commissione Ambiente di Palazzo Madama. “Questo governo cervellotico e oscuro spieghi chi sono quei consulenti, tra i 300 arruolati da Conte e diretti da sei ‘super manager’, i quali per affrontare un vergognoso problema strutturale del nostro Paese - che ogni anno espone il Paese al pagamento di sanzioni UE, al ricorso a discariche spesso abusive, per finire con la processione di oltre 200mila Tir che trasportano 4 milioni di tonnellate di spazzatura verso il Nord, dotato di impianti adeguati - guardano ai Tmb, simbolo del fallimento della gestione rifiuti di Roma e del Lazio, invece di proporre un'efficace intervento di realizzazione di impianti di compostaggio e di termovalorizzazione, necessari per la chiusura del ciclo.”