Storie e scorie. Radiazioni di “origine sconosciuta” in Norvegia e in Russia. (Intanto a Fukushima)
Non individuata la fonte dello iodio 131 (in quantità non pericolose) rilevato l’altra settimana a Tromsø. Radiazioni a Chabarovsk, nell’estremo oriente russo. Negoziati fra Cina e Giappone sul rilascio dell’acqua
Qui Norvegia
“Misurati livelli di iodio radioattivo a Tromsø”. Radiazioni da iodio131, questa la dichiarazione diffusa l’altra settimana dalla Dsa, l'autorità norvegese per la sicurezza nucleare. Sono quantità bassissime, non lontane dal fondo naturale e del tutto innocue, ma sono quantità sufficienti a essere fermate dai filtri che aspirano l’aria per misurarne i componenti. Piccole quantità di iodio radioattivo sono state rilevate anche in altre località del Nord Europa, rileva il giornale The Barents Observer. Le misurazioni sono state effettuate fra il 21 e il 26 marzo; finora non si è capita l’origine di questa debole presenza di iodio radioattivo e si esclude come fonte un reattore nucleare, poiché gli impianti atomici oltre allo iodio131 producono sempre anche una gamma molto ampia di diversi isotopi di elementi come cesio137 e stronzio90. La Dsa norvegese dispone di diverse stazioni di misurazione in tutto il Paese con monitoraggio continuo per poter rilevare la radioattività nell'aria.
Qui Russia
Giorni fa le autorità di Chabarovsk, città nell'estremo oriente russo a 30 chilometri dal confine cinese e a 8.500 chilometri a est di Mosca, hanno annunciato lo stato di emergenza per una presenza di radioattività nel quartiere Industrialny. L'agenzia di stampa russa Tass ha riferito che livelli più elevati di radiazioni sono stati rilevati vicino a un traliccio elettrico situato a circa 2,5 chilometri dalle aree residenziali. Nessuno è rimasto esposto alle radiazioni e, secondo il rapporto, “non vi è alcuna minaccia per la salute dei cittadini”. Le autorità russe non hanno chiarito la causa delle preoccupanti radiazioni a Chabarovsk ma si è trattato di una sorgente radioattiva ben identificata da diversi giorni che è stata “rimossa e collocata in un contenitore protettivo” e poi “trasportata in un impianto di stoccaggio di rifiuti radioattivi”. I video mostrano un individuo che indossa una maschera protettiva e ha con sé un contatore geiger per misurare le radiazioni.
Qui Giappone
Il Giappone e la Cina hanno avviato un tavolo tecnico (un “dialogo tra esperti”) sul rilascio graduale nell’Oceano Pacifico delle acque trattate dalla centrale nucleare di Fukushima, per tentare di dirimere le controversie tra i due Paesi. Lo ha dichiarato il ministero giapponese degli Esteri in un comunicato, spiegando che durante i colloqui a Dalian, nel nord-est della Cina, la delegazione giapponese ha spiegato i dettagli sulle operazioni di riversamento del liquido, che considera sicure, e illustrato le attività di monitoraggio delle radiazioni in corso. Si tratta dell’enorme quantità di acqua che dal 2011 era stata rovesciata sui reattori di Fukushima danneggiati dall’onda di tsunami che l’11 marzo 2011 aveva distrutto gran parte della costa uccidendo circa 20mila abitanti e colpendo anche la centrale atomica. L’incidente alla centrale non aveva prodotto vittime. L’acqua raccolta è stata depurata dai composti radioattivi ma contiene ancora tracce di trizio, un isotopo dell’idrogeno, ed è debolmente radioattiva. Da agosto le autorità giapponesi hanno cominciato a rilasciare nel Pacifico questa acqua. Nei quattro cicli di scarico del 2023, la società elettrica Tepco (Tokio Electric Power) che gestisce la centrale atomica ha rilasciato poco più di 31mila tonnellate di acqua; secondo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) il piano dell'esecutivo giapponese è in linea con gli standard globali di sicurezza e avrebbe un “impatto radiologico trascurabile”. La Cina accusa il Giappone di inquinare l’oceano e ha vietato l’import di pesce dal Giappone. Secondo il ministero giapponese si tratta del primo confronto pubblico tra studiosi, sebbene discussioni sulla questione siano state tenute a vari livelli. Per il Giappone, oltre ai funzionari del dicastero degli Esteri, hanno partecipato rappresentanti del ministero dell'Economia e del Commercio e dell'Industria, membri dell'Autorità di regolamentazione nucleare (Nra) e del gestore dell'impianto di Fukushima, la Tepco. Per la parte cinese erano presenti numerosi studiosi di centri di ricerca.
L’autorità norvegese per la sicurezza nucleare Dsa: https://dsa.no/en
Il comunicato della Dsa sulla radioattività https://dsa.no/nyheter/malte-svaert-...
La notizia del Barents Observer https://thebarentsobserver.com/en/nu...
La rete europea di rilevazione della radioattività https://remap.jrc.ec.europa.eu/Conse...