Certificati bianchi. Fire: ecco le novità al nuovo decreto
Oltre alle aste ed alla semplificazione del meccanismo, si introduce il market stability. Gli interventi della Conferenza FIRE
Con la pubblicazione del D.M. 21 maggio 2021 si apre dunque la possibilità di un rilancio per i certificati bianchi. La conferenza FIRE, che si è svolta nei giorni scorsi, ha tracciato come sempre l’andamento del meccanismo grazie alla presenza delle istituzioni, degli operatori e degli altri stakeholder ha illustrato le novità introdotte e valutare l’impatto che avranno sul meccanismo.
Di Santo: più coinvolgimento degli operatori
“Il nuovo decreto introduce diversi elementi positivi, che potranno rilanciare il meccanismo e avviare una nuova fase, di maggiore collaborazione fra istituzioni e operatori. Gli ultimi anni, del resto, sono stati caratterizzati dalla presentazione di progetti con un potenziale elevato, almeno nell’ordine di quanto accedeva nel 2015-2016, e la percentuale di progetti rigettati è scesa sotto al 10%, chiudendo la fase di grande incertezza che aveva contribuito a mettere in crisi lo schema. Ci auguriamo che sui prossimi provvedimenti, in particolare l’avvio delle aste e la revisione dell’incentivo per la cogenerazione (quando sarà affrontata), ci sia un maggiore coinvolgimento degli stakeholder – ha detto Dario Di Santo (nella foto) in apertura dei lavori – in linea con quanto richiesto dalla risoluzione della Commissione industria del Senato poche settimane fa, perché collaborando è più facile individuare soluzioni non convenzionali ed evitare errori”.Di Santo ha focalizzato l’attenzione sul tema della decarbonizzazione, dei diversi obiettivi che le politiche energetiche devono cogliere e dell’approccio “prima l’efficienza energetica”, elementi che devono ispirare i policy maker, le agenzie coinvolte nella definizione e gestione delle politiche e i soggetti chiamati a gestire l’energia nelle proprie imprese ed enti.
Mallone (MITE): maggiore flessibilità
Proprio in questo contesto si inseriscono i certificati bianchi che dovranno, assieme ad altre misure, portare l’Italia a raggiungere gli obiettivi europei. Le novità introdotte dal decreto sono state illustrate da Mauro Mallone del MITE. Tra le principali abbiamo una maggiore flessibilità nella presentazione dei progetti, l’ampliamento della tipologia degli interventi ammessi e dei soggetti partecipanti al meccanismo e la possibilità di cumulare i certificati bianchi con i crediti di imposta a partire dal 1° gennaio 2020. Abbiamo poi una riduzione della soglia minima per l’accesso a TEE virtuali dal 30% dell’obbligo minimo al 20% – ma l’intento è quello di evitare l’uso di questo strumento – e l’attesa introduzione del nuovo meccanismo ad asta, che potranno essere specifiche per settore/comparto. Mallone ha poi sottolineato l’adozione del meccanismo di market stability, ossia l’opportunità per il MITE di poter revisionare gli obiettivi e gli obblighi del meccanismo, sulla base di una periodica analisi di predefiniti parametri di controllo. “Il MITE ha a cuore il meccanismo del TEE – ha affermato Mallone – c’è fiducia e stiamo facendo di tutto per rilanciarlo, semplificando l’accesso al meccanismo e standardizzandolo. Purtroppo, sconta un periodo in cui i meccanismi di incentivazione privilegiano gli automatismi, come avviene per il Superbonus, dove l’incentivo non è basato, come per i TEE, sulla valutazione dei risparmi energetici. Il cantiere è aperto e tutti gli input per migliorare sono benvenuti”.
GSE e Arera
A corredo delle misure previste per il decreto, il GSE avvierà delle iniziative finalizzate a fornire agli operatori del settore maggiori strumenti utili per una corretta predisposizione dei progetti da presentare. Luca Barberis ne ha annunciato qualcuno come la pubblicazione della Guida operativa e delle schede di progetto a consuntivo con aggiornamento delle Guide settoriali e lo sviluppo del portale sui certificati bianchi.
Marco De Min di ARERA ha quindi tracciato un quadro sul contributo tariffario e informato che l’Autorità sta valutando le modalità per tenere conto, nella valutazione del contributo tariffario per l’obbligo 2020, della situazione eccezionale che ha caratterizzato l’ultimo periodo. È stata poi la volta degli operatori: Claudio Palmieri di Hera, Pasquale Monti di ENEL X, Anna Maria Desiderà di Rödl & partner e Marco Cuttica di AB Energy, che hanno espresso entusiasmo verso il decreto e le sue novità ed hanno sottolineato l’importanza di strumenti come la misurazione dei consumi e gli studi di fattibilità, sia per l’energy management che per l’accesso ai TEE, illustrato percorsi in fase di sviluppo per l’uso di tecnologie all’avanguardia e mostrato come le nuove regole creino un quadro più favorevole per gli operatori.
Il documento della commissione
Gianni Pietro Girotto, Presidente 10a Commissione Senato, ha chiuso i lavori illustrando i punti principali della decisione doc XXIV n. 38 adottata dalla 10a Commissione permanente il 20 maggio 2021: un documento importante, che stimola il MITE e le altre Istituzioni coinvolte nel disegno e nella gestione dello schema a introdurre semplificazioni, ad allargarne il raggio di azione sia in termini settoriali che tecnologici, a semplificare l’accesso in caso di leasing e noleggio o di reti e raggruppamenti temporanei di impresa.