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Ricerca. Il risparmio energetico? Per un italiano su quattro è un problema delle prossime generazioni

where Roma when Ven, 14/02/2025 who roberto

Rispetto al 2023 diminuiscono gli utilizzatori di elettrodomestici intelligenti, mentre uno su tre pensa di adottare comportamenti sostenibili che in realtà non lo sono. Lo dice la ricerca della Fondazione per la sostenibilità digitale pubblicata in occasione della Giornata nazionale del risparmio energetico del 16 febbraio. L’allarme degli esperti: “Le istituzioni stanno perdendo la sfida ambientale”

Il risparmio energetico? Per unm-illumino-meno-2025-raireference.jpg italiano su quattro è un problema che riguarderà le prossime generazioni, non le attuali. È questa una delle molte evidenze emerse dal lavoro dell’osservatorio della Fondazione per la sostenibilità digitale, la prima fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale, in occasione della Giornata nazionale del risparmio energetico del 16 febbraio.
In particolare, i risultati della ricerca (dal titolo “Sustainable environment 2024: il rapporto degli italiani tra digitale, energia e ambiente”) ci dicono che l’adozione dei servizi digitali per la riduzione dei consumi energetici nel nostro Paese è ancora troppo bassa, se si vogliono davvero raggiungere gli obiettivi concordati con l’Ue. Non solo. Rispetto al 2023 diminuiscono gli italiani che utilizzano elettrodomestici intelligenti, mentre uno su tre pensa di adottare comportamenti sostenibili, che in realtà non lo sono.
 
I dati puntuali
In ogni caso, i risultati della ricerca mettono in evidenza come l’81% degli intervistati ritenga che i servizi digitali abbiano un impatto positivo sui consumi energetici, con una relativa uniformità tra i grandi e i piccoli centri e una maggiore consapevolezza tra i giovanissimi (16-24 anni) residenti nei grandi contesti urbani. La possibilità di controllare, attraverso la tecnologia, elementi della casa come il riscaldamento, l’illuminazione o gli elettrodomestici, non ha impatti solo sui consumi, ma solleva questioni di privacy soprattutto tra coloro che abitano nelle grandi città italiane. Nei piccoli centri, invece, vi è una visione leggermente meno attenta al valore della privacy, essendo questi cittadini più propensi a condividere informazioni private, se ritenute utili per il servizio.
Altrettanto significativa è la percentuale di cittadini, il 73%, che vede le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale applicate all’automazione domestica (smart home) utili al miglioramento dei consumi, con impatti positivi sull’ambiente e sull’abitabilità delle case da parte di persone disabili (l’81% dei residenti nei grandi centri e il 75% dei residenti nei piccoli centri) e di anziani (il 69% dei residenti nei piccoli centri e il 64% di quelli residenti nelle grandi città).
Tra gli strumenti di efficienza citati ci sono gli smart meter (controllo dei consumi energetici domestici), ma a sfruttarne appieno i vantaggi è solamente il 6% degli italiani residenti nei grandi centri e l’1% dei residenti nei piccoli centri. A utilizzare gli impianti di riscaldamento e climatizzazione programmabili da remoto è il 12% delle persone residenti nei grandi centri e solo il 4% di coloro che abitano in provincia.
E gli elettrodomestici intelligenti (ad esempio lavatrici che riconoscono automaticamente il peso del carico e regolano il programma)? Nelle città sono utilizzati con regolarità o più raramente dal 16% della popolazione, nei piccoli centri solo dal 4% dei residenti. Un dato in controtendenza e in diminuzione rispetto alle rilevazioni del 2023, dove la media degli italiani che utilizzava elettrodomestici intelligenti era di un cittadino su quattro.
 
“Che se ne occupino i nostri figli”
“Ben un italiano su quattro è convinto che inquinamento e cambiamento climatico siano temi importanti, ma che abbiamo tutto il tempo di affrontare. Come a dire: si, è importante, ma che se ne occupino i nostri figli”, commenta Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la sostenibilità digitale. “I dati della ricerca forniscono un’immagine di un Paese sostanzialmente ancora poco pronto a cogliere la grande sfida ambientale alla quale invece tutti noi siamo chiamati”, approfondisce l’esperto. “Si tratta di un quadro preoccupante che mette in evidenza quanto sia urgente, da parte delle istituzioni, aiutare i cittadini formandoli adeguatamente e fornendo loro i giusti strumenti tecnologici e, in parallelo, culturali. È una sfida che le istituzioni stanno perdendo, soprattutto se si guarda al grande divario esistente tra i grandi e i piccoli centri”, conclude Epifani.

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