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“Esco” a fatturare. Le Energy service company valgono oltre 12 miliardi di euro

where Roma when Ven, 07/03/2025 who roberto

I dati di Agici al convegno di AssoEsco: sommano lo 0,6% del Pil italiano e danno lavoro a 30mila persone. Ma l’instabilità normativa rallenta la transizione energetica.

Danno lavoro a più di 30mila esco.jpgdipendenti e totalizzano ricavi pari a 12,2 miliardi di euro, lo 0,6% del Pil italiano. Sono i numeri delle Esco (Energy service company) emersi di recente a Roma in occasione del convegno di AssoEsco su come accelerare gli investimenti per la transizione energetica, organizzato in collaborazione con Agici (nella foto). 
 
Lo studio nel dettaglio
Per approfondire la centralità del ruolo delle Esco nella “riforma” dell’energia, nel corso dell’evento è stato presentato lo studio condotto da Agici che ha preso in analisi un campione rappresentativo di 168 operatori attivi in Italia, evidenziandone l’impatto in termini economici e occupazionali. Le Esco censite, come detto, impiegano più di 30mila dipendenti e totalizzano ricavi pari a 12,2 miliardi di euro – corrispondenti allo 0,6% del Pil italiano – sui quali è determinante il peso di un numero molto ristretto di attori: le prime trenta aziende rappresentano oltre il 90% del fatturato totale.
Aziende che non sono solo fornitrici di servizi di efficientamento energetico, ma anche attori strategici e consulenziali, sottolinea il report, capaci di accompagnare il processo di decarbonizzazione a tutto tondo. In questo senso, si evidenzia che “per lo sviluppo delle Esco e per il pieno raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica occorrano regole più stabili e orientate a promuovere progetti integrati efficienza-rinnovabili”. In assenza di tale quadro, secondo Agici, si potrebbe generare un gap negativo di 4 miliardi di euro rispetto alle previsioni di crescita del fatturato teorico, in linea con gli obiettivi del Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima).
Ed è proprio il mancato incontro tra la pianificazione nazionale e gli obiettivi europei a rappresentare uno dei principali ostacoli al raggiungimento del pieno potenziale del comparto: per mirare agli ambiziosi target comunitari, in particolar modo quelli dettati dalla direttiva Epbd (“Case Green”), lo studio evidenzia la “rilevanza di strumenti di sostegno e incentivi nel comparto residenziale, tuttavia ad oggi carenti in Italia dopo il taglio al Superbonus e alle aliquote dell’Ecobonus, all’interno di un più ampio contesto di elevata volatilità normativa e cronica instabilità nel policy design del Paese”.
 
Cantarella: “Chiediamo di essere più coinvolti”
“Le Esco possono costituire un acceleratore importante del processo di transizione energetica italiano”, commenta il presidente di AssoEsco, Giacomo Cantarella, spiegando che “grazie al loro approccio integrato, sono in grado di individuare, finanziare, realizzare e gestire gli interventi di efficientamento energetico e di sviluppo di fonti rinnovabili, ma anche di supportare i clienti nell’attuazione delle recenti misure normative come il meccanismo dell’Energy release 2.0, il Piano transizione 5.0, lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili o i servizi di flessibilità elettrica”. Tuttavia, avverte Cantarella, “per cogliere appieno queste opportunità, è necessario un quadro normativo stabile, inclusivo e adeguato agli ambiziosi obiettivi definiti dal Pniec. Chiediamo alle istituzioni un maggiore coinvolgimento delle Esco in qualità di soggetti qualificati e certificati nel proporre alle imprese, ai cittadini e alla pubblica amministrazione soluzioni adeguate agli obiettivi che il nostro Paese dovrà conseguire”.

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