Cogenerazione, il Consiglio di Stato rinvia alla Corte di Giustizia Ue, che dovrà chiarire l’applicabilità dei benefici CAR
La controversia riguarda il divieto di ammissione ai benefici degli impianti di cogenerazione non ad alto rendimento
Il Consiglio di Stato ha rinviato alla Corte di Giustizia Ue gli interventi in merito all'ipotesi di applicare anche ad impianti non ad alto rendimento i benefici previsti per gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento (CAR), ovvero quegli impianti di produzione congiunta e contemporanea di energia elettrica ed energia termica che permettono un risparmio di energia di almeno il 10%.
Il ricorso al tribunale amministrativo di secondo grado è partito dalla società Burgo Group, che aveva impugnato le sentenze con le quali, nel 2015, il Tar Lazio aveva respinto il ricorso contro il provvedimento del GSE che dichiarava, riguardo all'impianto di Avezzano, l’improcedibilità della valutazione di riconoscimento della produzione combinata di energia elettrica e calore come cogenerazione.
L'oggetto della controversia verteva sul divieto di ammissione degli impianti di cogenerazione non conformi ai benefici previsti dall'articolo 11 Dlgs n. 76/1999. Tali benefici consistono nella priorità di dispacciamento e nell'esenzione dall'acquisto dei certificati verdi, i quali sono riservati, a partire dalla produzione del 2011, solo agli impianti ad alto rendimento che rispettano i parametri di risparmio energetico. Saranno ora i giudici di Lussemburgo a dover chiarire l’estensione dei benefici.