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Relazione Arera. Teleriscaldamento: il trend è in crescita, ma solo al Nord

where Roma when Ven, 14/07/2023 who roberto

Indagine dell’Autorità sui prezzi dopo i forti incrementi dell’ultimo trimestre 2021. La volumetria allacciata è aumentata a un tasso medio annuo del 5,9% e l’estensione delle reti è quadruplicata

La Relazione annuale dell’Autoritàteleriscaldamento.png per l’energia presentata in settimana dal presidente Stefano Besseghini ha dedicato un capitolo a teleriscaldamento/teleraffrescamento.  Tra il 2000 e il 2021, ha ricordato, la volumetria allacciata è aumentata a un tasso medio annuo del 5,9%, passando da 117,3 a 381,8 milioni di metri cubi, e l’estensione delle reti è quadruplicata, da circa 1.091 km nel 2000 a 4.805 km nel 2021. È però il dato regionale che impressiona: le 5 regioni del nord Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano, da sole, oltre il 95% dell’energia termica erogata. Nel 2021 le centrali termiche al servizio di reti di telecalore hanno prodotto 12.331 GWh termici (+9%), 7.185 GWh elettrici (+15,9%) e 129 GWh frigoriferi (+4,2%).
 
Quasi sempre alimentato dal gas
Il gas naturale si conferma la fonte energetica nettamente prevalente per il funzionamento degli impianti di telecalore con il 72,1% (69,2% nel 2020) del consumo energetico complessivo, mentre le rinnovabili coprono quasi completamente la quota residua con il contributo principale proveniente dai rifiuti (15,4%) e dalle bioenergie (biomasse, biogas e bioliquidi, al 9,5%). Il numero delle imprese operanti nel settore del telecalore oggi iscritte alle Anagrafiche dell’Autorità è di 258 (253 l’anno precedente). Di queste, l’86% si occupa, di norma in forma integrata, di attività strettamente legate all’esercizio delle reti e alla fornitura dall’energia termica alle utenze (distribuzione o misura o vendita) mentre la quota rimanente si occupa solo di produzione di energia termica. L’energia distribuita dalle reti di telecalore è utilizzata principalmente per la climatizzazione ambientale (riscaldamento e raffrescamento) e la produzione di acqua calda a uso igienico-sanitario, mentre è marginale l’utilizzo in processi industriali. Una quota significativa del mercato è infatti costituita da utenze di tipo residenziale e terziario (rispettivamente il 64,9% e il 32,2% del totale), mentre la domanda del settore industriale rimane marginale (2,8%).
 
Questione prezzi
A partire dall’ultimo trimestre 2021 – ha sottolineato la relazione - si è verificata una crescita significativa dei prezzi del servizio di teleriscaldamento: il valore mediano dei prezzi è passato da un minimo di 81 €/MWh nel terzo trimestre 2020 a un massimo di 191 €/MWh registrato nel primo trimestre 2022. Per questa ragione, l’Autorità ha avviato un’indagine conoscitiva sull’evoluzione dei prezzi e dei costi per il periodo compreso fra il 1° gennaio 2020 e il 31 marzo 2022, che ha riguardato gli esercenti di maggiori dimensioni del settore a cui corrisponde oltre l’80% dei volumi del mercato. I risultati hanno mostrato potenziali criticità sia in relazione alle dinamiche di mercato, sia, limitatamente ad alcuni contesti, all’equità dei prezzi applicati. Alla luce di tali esiti, l’Autorità ha posto all’attenzione del Parlamento e del Governo l’opportunità di introdurre una regolazione cost reflective dei prezzi del servizio di teleriscaldamento, così da consentire contestualmente di superare le criticità riscontrate nel funzionamento del mercato e di assicurare l’equità dei prezzi del servizio. Regolazione cost reflective ora in via di sviluppo nel 2023.

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