Strasburgo approva la proposta di direttiva sull’efficienza energetica
I governi europei dovranno rinnovare il 3% dell’area calpestabile dei loro edifici. Sì al target di riduzione dell’1,5% dell’energia venduta dalle utility. A settembre il voto finale in assemblea plenaria
Primo via libera dell’Europarlamento alla nuova direttiva sull’efficienza energetica, dopo il compromesso raggiunto con Commissione europea e Consiglio Ue il 13 giugno scorso. Il testo della direttiva, che prevede l’obbligo del rinnovo per gli edifici pubblici, è stato approvato dalla commissione Energia con 42 voti favorevoli, nessun contrario e due astensioni. Il prossimo passo sarà il voto in plenaria, previsto a settembre.
“La nuova direttiva servirà a colmare il gap della Ue rispetto al suo impegno di tagliare i consumi di energia del 20% per il 2020”, spiega Claude Turmes dei Verdi, che ha guidato i negoziati per l’Europarlamento. La nuova norma richiede tra l’altro agli stati membri di rinnovare il 3% dell’area calpestabile degli edifici del governo per renderli più efficienti dal punto di vista dei consumi energetici; inoltre, le aziende fornitrici (utility) dovranno raggiungere un target cumulativo di riduzione dell’energia venduta di almeno l’1,5% rispetto all’anno prima, a partire dal 2014 e fino al 2020.
Fra le altre misure previste dalle nuove regole, l’obbligo per le grandi aziende di sottoporsi a una valutazione sui consumi energetici da parte di terzi (audit). Ogni stato membro, inoltre, stabilirà i suoi obiettivi di efficienza energetica e un piano nazionale ogni tre anni: nel 2014, 2017 e 2020. Spetterà poi alla Commissione europea giudicare entro giugno 2014 i progressi compiuti.