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Accumuli elettrici. Corrono le installazioni nel primo trimestre

where Milano when Mar, 13/06/2023 who roberto

Lo evidenzia l’osservatorio sistemi di accumulo di ANIE Federazione che presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna

Nei primi tre mesi dell’anno sonoaccumulo.jpg stati installati 311.189 sistemi di accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 2.329 MW e una capacità massima di 3.946 MWh. A questi si aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh. È in sintesi l’aggiornamento sulla situazione della nuova impiantistica di storage elettrico in Italia secondo l’Osservatorio di ANIE Federazione.

Dati accumulati
Analizzando i dati del 2022 e del 2023 si è passati da una media nel 2022 di 13.000 unità/mese ad una media nel 2023 di 27.000 unità/mese (+107%). La tecnologia più diffusa è quella a base di Litio (99% del totale). La quasi totalità (92%) dei SdA è di taglia inferiore a 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (33%) e di quelli con capacità compresa tra 10 kWh e 15 kWh (36%). La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella “lato produzione in corrente continua”, che ricopre l’88% del totale, mentre quella “lato produzione in corrente alternata” e quella “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 5% e l’8%.  Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,6% di taglia residenziale. La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (62.222 SdA per una potenza di 448 MW e una capacità di 753 MWh), seguita dal Veneto (44.661 SdA per 330 MW e 608 MWh) e dall’Emilia-Romagna (31.382 SdA per 240 MW e 379 MWh).
 
Analisi del trimestre
Il trend del primo trimestre 2023 è fortemente in crescita rispetto al 2022. Le installazioni si attestano a 80.199 unità per una potenza di 741 MW e una capacità di 1.089 MWh.  Analizzando la tipologia di configurazione si conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti. Nel Q1 2023 questa configurazione ricopre il 95% delle installazioni, mentre le configurazioni “lato produzione in corrente alternata” e “lato post produzione” ricoprono rispettivamente il 2% e il 3%. Tutte le Regioni nel Q1 2023 hanno consolidato un segno positivo rispetto al periodo gennaio-marzo del 2022 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e alla capacità installate.
 
Analisi di mercato
Come previsto –scrive Anie nell’aggiornamento-  il primo trimestre del 2023 ha raccolto i frutti degli investimenti effettuati nel 2022 in cui il meccanismo della detrazione fiscale abbinato alla cessione del credito ha dato una forte spinta al mercato. Il superbonus con aliquota del 110% ha trainato gli investimenti, ma non è da sottovalutare anche la detrazione al 50%.  Si stima che nei prossimi mesi del 2023 si assisterà ad un rallentamento delle nuove installazioni residenziali a causa del blocco della cessione del credito istituito con il Decreto Legge n.11 del 16 Febbraio 2023. Difficile ipotizzare intensità e durata dell’effetto trascinamento nel corso del 2023 determinato dalle modifiche alla cessione del credito: blocco per le nuove iniziative, possibilità di impiego delle iniziative già in essere; dipenderà tutto da quanto gli istituti finanziari potranno assorbire ulteriore credito. E’ indubbia l’efficacia dello strumento della cessione del credito, così come era indubbia la sostenibilità economica del 110% nel tempo.  Qualche debole segnale si registra nel comparto degli accumuli stand alone con l’entrata in esercizio di 1 impianto con una potenza di 14,4 MW ed una capacità di 13,96 MWh. L’aspettativa, però, era ben superiore alla luce delle aggiudicazioni dei 250 MW dell’asta del progetto pilota della Fast Reserve effettuata nel 2020 e dei 96 MW dell’asta del capacity market del 2019 con consegna al 1° gennaio 2023. Evidentemente le proroghe concesse per la pandemia, la successiva fase di difficoltà di approvvigionamento ed il susseguente incremento dei costi dei materiali stanno ritardando l’esecuzione dei lavori, se non nel caso peggiore hanno impattato negativamente sulla decisione di proseguire l’investimento.

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