Autunno sardo – Passera conferma a Glencore di aver chiesto all’Europa uno sconto per l’Alcoa
Il sottosegretario De Vincenti ha reso noto di aver chiesto la proroga di tre anni (2013-2015) della misura cosiddetta di “superinterrompibilità” e di prevedere per i successivi dodici anni (6+6) misure che producono un analogo contenimento dei costi energetici
Il ministero dello Sviluppo economico risponde alla Glencore, la multinazionale interessata ad Alcoa, sulle questioni di pertinenza del Dicastero poste dal colosso in merito alla possibile acquisizione, ribadendo le posizioni già annunciate sullo sconto tariffario per 15 anni e la tutela dei lavoratori.
Con una lettera inviata dal sottosegretario Claudio De Vincenti a Ivan Glesenberg, ceo di Glencore International, il ministero dello Sviluppo economico ribadisce di aver chiesto alla Commissione Europea una proroga di tre anni (2013-2015) della misura cosiddetta di “superinterrompibilità” e di prevedere per i successivi dodici anni (6+6) misure che producono un analogo contenimento dei costi energetici (per esempio, il contratto di “interconnector” combinato con l'interrompibilità semplice).
Per quanto riguarda il secondo punto, quello delle problematiche occupazionali, la lettera del Mise evidenzia che la legislazione italiana di tutela del reddito dei lavoratori è “integralmente applicabile” anche ai dipendenti Alcoa eventualmente considerati eccedenti per consentire il recupero di efficienza dell'impianto.
Alcoa intanto, in merito ad eventuali nuovi pretendenti, ha fatto sapere che “dal 1° agosto non abbiamo ricevuto nessuna nuova e concreta manifestazione di interesse da parte di potenziali acquirenti dell'impianto Alcoa di Portovesme”. Lo ribadisce la multinazionale statunitense parlando del rincorrersi, in questi giorni, “di una grande quantità di congetture e commenti”. L'azienda ricorda che “ha condotto un processo di vendita che si è concluso il 31 agosto, senza tuttavia arrivare a firmare una lettera di intenti con un soggetto interessato all'acquisto dello smelter (la fonderia dove avviene la fusione dell’alluminio ndr)”.
Il processo, spiega Alcoa in una nota, ''è stato accurato e corretto, abbiamo dato aggiornamenti sui nostri progressi nel corso di riunioni con tutte le parti interessate in maggio, luglio e agosto, durante le quali tutti sono stati liberi di fare domande. All'inizio diversi potenziali acquirenti hanno preso in considerazione la possibilità di acquisto, ma l'elenco si è poi ridotto a due sole aziende, che hanno dato indicazioni preliminari scritte di interesse. Ad entrambe abbiamo dato il pieno accesso ai nostri dati, allo smelter e al suo personale, così da consentire alle due società di fornire manifestazioni finali scritte di interesse, che sono arrivate entrambe a giugno”.
Una di queste offerte è stata rifiutata perché, argomenta l'azienda, le condizioni poste ''erano irrealistiche in materia di fornitura di energia e perché estremamente costose per Alcoa. Siamo andati avanti con l'altra, nella speranza di poter arrivare alla stesura di una lettera di intenti, ma il processo è fallito senza arrivare alla firma prima del 31 agosto''.
“Se sparisce l'Alcoa sarà il deserto in quella zona della Sardegna, bisogna lavorare tutti insieme per trovare una soluzione soprattutto sui costi dell'energia. Purtroppo ci vorrà tempo ma non possiamo perdere quell'azienda e quella produzione”. Cosi, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine della festa dell'Udc a Chianciano.