Storico! I Paesi baltici hanno dato l’addio alla rete elettrica russa
Estonia, Lettonia e Lituania si disconnettono dalla rete risalente all'epoca sovietica per passare a quella europea. I timori per il periodo di transizione e per un possibile intervento di Mosca
I Paesi baltici sono collegati alla rete europea tramite linee elettriche tra Polonia-Lituania, Lituania-Svezia ed Estonia-Finlandia: è stata avviata la sincronizzazione della nuova rete indipendente con la rete sincrona dell’Europa continentale (Synchronous grid of Continental Europe), che copre la maggior parte dell'Unione europea. È un momento che i Paesi baltici preparavano da decenni, almeno dal 2004, quando erano entrati a far parte dell’Ue e della Nato, e ora sono pronti a tagliare i legami con la rete elettrica russa, risalenti agli anni '50.
Estonia, Lettonia e Lituania si sono disconnessi dalla rete congiunta Ips/Ups nelle prime ore di sabato scorso e, dopo un giorno in totale autonomia, domenica scorsa si sono sincronizzati con la rete dell’Ue con mesi di anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale che aveva inizialmente fissato la scadenza alla fine del 2025. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il commissario per l'Energia, Dan Jorgensen, e il commissario per la difesa e lo spazio, Andrius Kubilius, sono andati in Lituania durante il fine settimana per celebrare l’evento. Stando alla Reuters, dal 2018 i tre Paesi hanno speso circa 1,6 miliardi di euro, attingendo in gran parte ai fondi europei, per potenziare le reti e prepararsi al distacco da Mosca.
I rischi e i possibili sabotaggi
Le autorità dei Paesi baltici hanno però anche messo in guardia i cittadini sui possibili black-out durante la fase di transizione. Su Facebook, ad esempio, il Consiglio di soccorso estone (Päästeamet) ha diffuso una serie di linee guida su come comportarsi in caso di interruzione elettrica prolungata.
Kaspars Melnis, ministro lettone per il clima e l’energia, ha dichiarato a Deutsche Welle che i Paesi baltici sono un “piccolo mercato per l’elettricità”, quindi il progetto di disconnessione riguarda “la difesa, la sicurezza energetica, l’indipendenza e l’economia”, aggiungendo che i recenti eventi in Ucraina hanno dimostrato che “la decisione di sganciarsi è stata quella giusta”.
Ma non mancano le preoccupazioni sul fatto che Mosca, tutt’altro che felice di questo sganciamento, possa in qualche modo intervenire. “L’Estonia si è preparata a molti possibili scenari di rischio per quanto riguarda la nostra uscita, comprese le minacce informatiche”, ha dichiarato a Politico Gert Auväärt, capo del Centro per la sicurezza informatica dell’Estonia, aggiungendo che il Paese è pronto a mobilitare la sua riserva informatica, che comprende l’unità informatica della Lega di Difesa Estone, un gruppo volontario di difensori informatici.