Centrale Federico II di Brindisi: WWF e ClientEarth chiedono ad Enel di confermare la rinuncia al gas
ClientEarth e WWF Italia hanno avviato un'azione legale per chiedere l’annullamento del decreto di valutazione di impatto ambientale concesso dal Ministero dell’Ambiente al progetto di Enel
WWF e ClientEarth hanno contestato la decisione delle autorità italiane di autorizzare il progetto di costruzione di una nuova centrale a gas, di grandi dimensioni, che subentrerà alla centrale a carbone Federico II di Brindisi, che deve essere dismessa entro il 2025. Tutto ciò, nonostante le stime ufficiali del fabbisogno di energia elettrica a gas dimostrino che non ci sia bisogno di quella centrale e nonostante il proprietario dell'impianto, Enel, abbia dichiarato di voler abbandonare i nuovi progetti a gas a favore delle energie rinnovabili. Le due ong – si legge in una nota - sostengono inoltre che le autorità non avrebbero dovuto approvare il progetto, visto l'impatto dannoso che la centrale a gas avrebbe sulla qualità dell'aria e sulla salute delle persone, oltre che sul clima e sui preziosi siti naturali, non adeguatamente considerati durante il processo decisionale. Con la nomina di un nuovo presidente e amministratore delegato, Enel deve decidere se dichiarare interesse nei confronti del progetto di riconversione a gas della centrale oppure confermare l’intenzione di trasformare l'area in un polo per le energie rinnovabili.
Le parole dell’avvocato e della responsabile clima
Per l'avvocato di ClientEarth Bellinda Bartolucci: "L'attuale crisi dei prezzi dell'energia è una crisi dei prezzi dei combustibili fossili, con il gas al centro del problema. Il gas è un combustibile fossile inquinante ed esposto a forte volatilità dei prezzi; inoltre, questo progetto - se sviluppato - non farebbe altro che mettere l'Italia e il territorio brindisino di fronte a tutti gli impatti negativi sul clima, sulla salute, sulla natura e sulle bollette domestiche che derivano dalla combustione del gas. Le autorità avrebbero potuto dimostrare di essere seriamente intenzionate a proteggere il futuro delle persone chiarendo che non c'è posto per i dannosi e costosi combustibili fossili nel futuro mix energetico del Paese. Ora tocca a Enel ribadire il proprio impegno per un futuro senza gas ritirando formalmente il progetto – qualsiasi altra decisione sarebbe in contraddizione con le informazioni fornite ai propri azionisti.”
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, ha dichiarato: "Il sistema elettrico deve abbandonare i combustibili fossili e avviarsi verso una rapida e completa decarbonizzazione entro il 2035: questo è l'obiettivo che molti Stati europei si sono posti a seguito della crisi energetica e del gas. Non solo per il clima, ma anche per garantire l'indipendenza e la sovranità energetica che solo le rinnovabili possono garantire. Oltretutto, per Brindisi questo porterà molti posti di lavoro in più. Autorizzare una grande centrale a gas nel 2023 è davvero fuori discussione, a maggior ragione in una regione così vocata alle rinnovabili come la Puglia. Brindisi può e deve lavorare per una nuova rinascita, liberandosi da ogni produzione inquinante e puntando sulle proprie enormi ricchezze naturali, a partire dal sole. Questa è la sfida per la città, non solo per i politici, ma anche per gli imprenditori, i sindacati e, soprattutto, i cittadini."
Rischio sicurezza
Le due Organizzazioni sostengono infine che questa nuova centrale a gas rischia di minare seriamente la sicurezza energetica del Paese, in quanto la sua costruzione aumenterà la domanda italiana di gas e quindi la dipendenza del nostro Paese da questo combustibile fossile ed esporranno ulteriormente l'Italia alla volatilità dei prezzi, come dimostrato in modo eclatante dalla recente crisi energetica. WWF e ClientEarth, inoltre, stanno monitorando attentamente quale sarà la linea futura dei vertici di Enel, recentemente nominati in una travagliata assemblea degli azionisti. Enel, infatti, aveva ampiamente raccolto investimenti a sostegno delle sue scelte per le rinnovabili e la transizione. Gli investimenti in nuovi progetti di infrastrutture per il gas - sia dal lato dell'offerta che della domanda - stanno diventando sempre più discutibili, con il rischio crescente di azioni legali.