Prezzi dell'energia. Ecco che cosa propone Elettricità Futura per ridurre le bollette
La ricetta dei produttori di corrente elettrica. Contratti a lungo termine tramite il Gse dalla capacità rinnovabile (eolica e fotovoltaica) su cui il Paese sta investendo da un paio d’anni e non ancora assegnata
Per proteggere famiglie e imprese in crisi a causa di bollette elettriche rincarate, l’associazione confindustriale dei produttori elettrici Elettricità Futura propone la contrattualizzazione a medio-lungo termine, tramite il Gestore dei Servizi Energetici (Gse), della capacità rinnovabile (eolica e fotovoltaica) su cui il Paese sta investendo da un paio d’anni in accordo agli obiettivi del piano energia e clima al 2030 approvato dal Governo e non ancora assegnata.
A parere dell’industria elettrica, questa iniziativa potrebbe aiutare a stabilizzare i prezzi finali dei consumatori su circa 20 miliardi di kWh di energia elettrica per quest’anno. Non solo: il rinnovamento degli impianti eolici e fotovoltaici nei siti esistenti potrebbero aggiungere 20 miliardi di kWh di produzione, con il vantaggio duplice di evitare impatti ambientali aggiuntivi e di aumentare al tempo stesso la disponibilità di energia rinnovabile. Questo, afferma Elettricità Futura, favorirebbe la minor dipendenza energetica del Paese dalle importazioni di gas.
Nel complesso, dalla loro ricetta i produttori elettrici stimano un beneficio per il sistema di circa 2 miliardi di euro, e ciò sbloccherebbe investimenti aggiuntivi per oltre 10 miliardi di euro destinati al potenziamento degli impianti. Peraltro il prezzo dell’elettricità potrebbe scendere se le Regioni autorizzassero gli impianti rinnovabili che hanno le autorizzazioni bloccate da tempo. I produttori sono pronti a rispondere alle indicazioni che il Governo potrebbe dare per attuare queste misure e garantire una maggior tutela dei consumatori e all’intero sistema.
La situazione
Come al solito, gli andamenti dei prezzi del gas stanno incidendo significativamente anche sul mercato elettrico. Questo fenomeno interessa l'intera Europa, in primis i Paesi come l'Italia e la Germania che ancora dipendono in misura rilevante dal gas naturale per la produzione di energia (circa il 40% del mix). I consumatori domestici in questi paesi sostengono prezzi dell’energia molto elevati rispetto a quelli meno legati al gas (29,3 centesimi al chilowattora in Germania, 27,4 in Italia contro i 21,2 della Francia e 20,3 centesimi in Spagna – fonte Eurostat 2024). I produttori di energia elettrica affermano di essere pienamente consapevoli delle difficoltà. Per questo motivo stanno elaborando proposte d'intervento per mitigare questi fenomeni e le loro ricadute sui consumatori.
Attualmente, i più penalizzati sono i piccoli-medi consumatori, sia domestici che piccole e medie imprese (pmi), che non beneficiano delle tante agevolazioni attive e già adottate in passato a favore dei grandi gruppi industriali. Questi ultimi ricevono già da anni sussidi (interconnector, interrompibilità, rimborso della CO2), a cui si è aggiunto ora il meccanismo dell'energy release.