Il colosso cinese State Grid punta a una rete di connessione globale
Al centro del nuovo piano c'è il progetto di esportare la nuova rete di distribuzione ad alto voltaggio all'interno del piano lanciato dal presidente cinese, Xi Jinping
State Grid Corporation, il gigante dell'energia elettrica cinese, punta a una rete di connessione intercontinentale nei prossimi decenni e, per i prossimi cinque anni, prevede un aumento degli investimenti del 28% per espandere il proprio network di distribuzione. Al centro del nuovo piano c'è il progetto di esportare la nuova rete di distribuzione ad alto voltaggio all'interno del piano di investimenti infrastrutturali regionale “One Belt One Road”, lanciato dal presidente cinese, Xi Jinping.
Il problema della rete americana - Il problema principale del progetto evidenziato dallo stesso presidente del gruppo, Liu Zhenya, sarebbe legato alla rete statunitense, differente dalle altre, anche se per aggirare l'ostacolo basterebbe un upgrading delle infrastrutture. Nella visione del presidente di State Grid, l'eccesso di produzione di energia eolica nella regione nord-occidentale dello Xinjiang potrebbe essere in futuro venduta alla Germania con la rete ad alto voltaggio.
Un piano da 350 miliardi di dollari - Per sostenere il progetto, la State Grid prevede di spendere entro i prossimi cinque anni 2.300 miliardi di yuan (350 miliardi di dollari), in aumento contro i 1.800 miliardi di yuan del periodo 2011-2015, anche se per il 2016 sono previsti investimenti per soli 439 miliardi di yuan, meno dei 452 miliardi investiti a fine 2015. I nuovi investimenti potrebbero avere tra i primi effetti quello di far salire il prezzo del rame, una delle commodities più colpite dai bassi prezzi di mercato, il cui valore è sceso del 26% lo scorso anno. La produzione di energia elettrica è uno dei maggiori indicatori dello stato di salute dell'economia cinese: a fine 2015, secondo i dati diffusi settimana scorsa, la produzione di elettricità è sceso in Cina per la prima volta in 17 anni, subendo una contrazione dello 0,2%, a 5.620 miliardi di chilowatt/ora generati.