Distratti 30 milioni di euro da società elettrica fallita: sei indagati
Le indagini condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma hanno permesso di fare luce su meccanismo fraudolento di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti
Sei imprenditori, residenti nelle province di Torino, Cuneo, Milano, Bergamo, Piacenza e Avellino, sono accusati di bancarotta fraudolenta e di aver distratto 30 milioni di euro a danno di una società romana distributrice di energia elettrica, dichiarata fallita. Le indagini condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma hanno permesso di fare luce su meccanismo fraudolento di “utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, relative per la maggior parte a sovrafatturazioni per provvigioni non spettanti, la ricezione di note di credito da parte di un fornitore, per importi elevati e senza la restituzione della correlata liquidità in precedenza corrisposta; la concessione di finanziamenti infruttiferi e l'anticipo di ingenti risorse economiche ad ulteriori società riconducibili agli indagati, in realtà mai restituiti”.
I sei imprenditori raggiunti dal provvedimento di “divieto di esercitare cariche direttive delle persone giuridiche e delle imprese” dal 2010 al 2014 hanno ricoperto il ruolo di amministratore della società fallita e alcuni di essi risultano ricoprire cariche direttive in altre società, anche di rilevanza nazionale.
Le indagini hanno fatto emergere anche violazioni di carattere fiscale da parte della società fallita, individuando oltre 345 milioni di euro di elementi negativi non deducibili e un'Iva indebitamente detratta, per un ammontare pari a circa 35 milioni di euro.