Dodicimila richieste di microrimborsi a Enel. Indagati avvocati e cancelliere in Calabria
L’inchiesta coinvolge 13 professionisti e un ex impiegato dell'ufficio di cancelleria del giudice di pace di Badolato (Catanzaro)
Dodicimila miniricorsi all’Enel – valore da 1 a 30 euro l’uno - fatti a nome di persone (secondo l’accusa) all’oscuro di tutto. È quanto sospetta la Procura della Repubblica di Catanzaro, che ha fatto notificare la chiusura delle indagini ipotizzando i reati di truffa e falso a carico di 13 avvocati e un ex cancelliere del Giudice di pace di Badolato (Catanzaro).
Secondo i magistrati, i professionisti tra il 2006 e il 2010 avrebbero depositato all'ufficio dei Giudici di Pace di Badolato e Davoli qualcosa come circa 12mila atti di citazione. A fare scattare le indagini era stata proprio la mole di ricorsi.
In un primo filone dell'inchiesta, che ha interessato il Giudice di Pace della vicina Chiaravalle, sono stati indagati 16 avvocati. Anche per gli uffici di Badolato e Davoli il meccanismo era lo stesso, con l'arrivo di 12mila “atti seriali”, come li hanno definiti gli inquirenti.
Il contenzioso riguardava richieste di risarcimento danni, per mezzo delle quali gli attori sostenevano che la società elettrica non si era adeguata a una delibera con cui nel ’99 l'Autorità dell’energia aveva imposto di fornire ai clienti un sistema per pagare la bolletta senza oneri aggiuntivi.
Il risarcimento che veniva richiesto oscillava, nella maggior parte dei casi, da 1 a 30 euro. A fronte degli importi richiesti, la liquidazione delle spese e degli onorari liquidata in favore
degli avvocati era di 550 euro. Per un valore di un euro, l'Enel veniva quindi condannata a pagare a circa 770 euro di spese processuali.
Gli indagati, secondo l'accusa, avevano creato alcuni centri di raccolta delle bollette; addirittura vi erano ragazzi incaricati di bussare porta a porta per chiedere e ritirare le bollette dell'energia elettrica presso le abitazioni, in particolare quelle di anziani, che secondo la Procura erano all'oscuro dei ricorsi che venivano presentati dagli avvocati contro la società elettrica.
Tra i procacciatori c'era anche un ex impiegato della cancelleria di un giudice di pace, che raccoglieva nel suo ufficio le bollette per conto di uno degli avvocati: con il sistema dei ricorsi seriali uno degli studi legali coinvolti è riuscito a guadagnare una cifra vicina al milione di euro