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Il Nucleare che allunga la vita: Giappone approva uso reattori oltre limite 40 anni

where Tokyo when Mar, 04/05/2021 who roberto

Autorizzato il riavvio di tre reattori nucleari nell'impianto di Takahama, la cui installazione risale al 1981

Il governatore della prefettura japan-nuclear.jpgdi Fukui, nel Giappone occidentale, ha autorizzato il riavvio di tre reattori nucleari nell'impianto di Takahama, la cui installazione risale a 40 anni fa, il limite sui tempi di operatività imposto dagli organi di vigilanza all'indomani della catastrofe di Fukushima.
 
Via libera dell’authority
Il nuovo accertamento dell'Autorità di regolamentazione del nucleare (NRA), sta a significare un'estensione di altri 20 anni, la prima di questo tipo nel Paese, in linea con l'obiettivo del governo di Tokyo di ridurre le emissioni allo zero entro il 2050. Già nei mesi scorsi le due municipalità che ospitano le centrali avevano approvato il funzionamento dei reattori, e l'ok dell'assemblea della prefettura non si è fatto attendere, malgrado le titubanze della popolazione locale sulla validità dei piani di evacuazione in caso di incidente. In una conferenza stampa, le autorità cittadine hanno spiegato di aver condotto sopralluoghi e visite indipendenti, e di essersi confrontati con l'operatore dell'impianto, la Kansai Electric, che si dice pronta a riavviare le operazioni quanto prima.
 
Incentivazioni alle città

Il governatore ha anche detto che il governo centrale, desideroso di ripristinare il nucleare, ha offerto sovvenzioni all'economia locale per un valore fino a 2,5 miliardi di yen (18,1 milioni di euro) per incentivare il ritorno all'atomo. Attualmente in Giappone sono in funzione 9 reattori su un totale di 50 fermati dopo Fukushima. Il piano più recente annunciato dal premier Yoshihide Suga punta al target di zero emissioni nel 2050, e una riduzione del 46% entro il 2030 rispetto ai valori del 2013. Per raggiungere l'obiettivo, l'esecutivo intende affidarsi ancora una volta all'atomo e incrementare allo stesso tempo gli investimenti nella produzione di energie rinnovabili. In base al piano energetico nazionale del 2018, in attesa di revisione, da qui al 2030 i combustibili fossili contribuiranno per il 56% al fabbisogno di elettricità, le fonti rinnovabili tra il 22 e il 24% e il nucleare per il 20-22%.

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