Pichetto elettrico. Il governo riflette se prorogare le concessioni sulla distribuzione
Secondo il ministro dell’ambiente non c'è solo Enel, anche se chiaramente è più dell'80%. Il commento di Armani dell’Enel: con la transizione in corso la distribuzione di energia deve diventare un servizio sempre attivo
Il piano sulla proroga delle concessioni per le reti di distribuzione elettrica, che scade nel 2030 secondo il Decreto Bersani, è da fare entro il 2025, e il governo sta riflettendo sulla questione. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto. “Ne ho parlato con Cattaneo e con altri operatori, non c'è solo Enel, anche se chiaramente Enel è più dell'80%". "Il ragionamento deve contemplare anche gli investimenti - ha aggiunto il ministro. - Non si può fare un ragionamento di rinnovo delle concessioni senza che a fianco si parli degli investimenti".
Armani (Enel): cambiato il paradigma
Con la transizione in corso la distribuzione di energia deve diventare un servizio sempre attivo. Questo richiede una qualità di servizio “ancora inedita”, avverte intanto Gianni Armani, head of Enel grids and innovability, a Enlit Europe. La rete è stata concepita in un periodo in cui l’elettricità non era essenziale, continua, ma in un mondo sempre più elettrificato il paradigma è cambiato.
“Oggi il 20-25% di tutto il fabbisogno energetico italiano arriva attraverso la rete elettrica, ma nel 2050 sarà quasi il 70%”, continua Armani, evidenziando che una serie crescente di imprese e attività essenziali, come mobilità e dati, dipenderanno dalla disponibilità di energia elettrica. Il problema è che la rete è stata concepita in un periodo in cui l’elettricità non era un servizio essenziale, rimarca il dirigente Enel.
La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, anche includendo le strutture di stoccaggio per modulare la distribuzione, è “più competitiva di qualsiasi altra fonte energetica”. Ma l’aggiunta massiccia di nuovi distributori (tra cui privati con pannelli solari) ha generato flussi molto più variabili in ambo le direzioni. La rete affronta “squilibri e difficoltà non pianificate che richiedono nuove soluzioni, migliore visibilità, un modo diverso di lavorare”, spiega Armani.