Relazione Autorità, Bortoni: ora le famiglie italiane pagano l’elettricità come gli altri in Europa (ma non le aziende)
Le famiglie italiane pagano l'elettricità in casa propria come gli altri europei se non addirittura meno. Lo afferma il presidente dell'Autorità dell'energia, Guido Bortoni nell’ambito della relazione annuale evidenziando come nel 2011 il prezzo medio del kilowattora pagato da un consumatore italiano nella fascia di consumi 2.500-5.000 kWh/anno è stato di 20,49 centesimi di euro/kWh, quasi 5 centesimi in meno rispetto ai 25,30 €cent/kWh spesi da un consumatore tedesco. L'Italia si colloca al sesto posto nella classifica dei prezzi in Europa (UE27+ Norvegia e Croazia). Tuttavia Bortoni ha spiegato che, nonostante il parziale recupero rispetto al passato, i prezzi italiani per la classe di consumo 2.500-5.000 kWh/anno sono ancora relativamente più elevati rispetto alla media europea di 18,16 cent/euro, con un differenziale del 12,8%.
Il dato positivo degli ultimi tre anni è che il differenziale fra il prezzo dell'energia elettrica pagato dai clienti domestici italiani rispetto alla media europea si è dimezzato, segnando una riduzione di circa il 54%, dice l’Autorità. In Italia, sono più convenienti che in numerosi altri Paesi europei i prezzi per i consumi fino a 2.500 kWh/anno. Per i consumi fino a 1.000 kWh/anno, nel 2011 l'Italia si è collocata all' 11° posto (26,93 centesimi euro/kWh) e al 16° per i consumi fino a 2.500 kWh/anno (16,99 €cent/kWh). Alla luce di questi dati, Bortoni ha detto che "si può stimare che gran parte delle famiglie italiane, con consumi sotto i 2.500 kWh, paghi per l'elettricità prezzi più bassi o, al più, in linea con la media europea e il posizionamento dei prezzi finali italiani per queste classi di consumo migliora ulteriormente se confrontato con la media dell'area euro".
Molto più negativa appare invece la situazione per le utenze produttive. Nell’anno 2011 le imprese italiane hanno pagato prezzi dell’energia elettrica, sia al lordo sia al netto delle imposte, superiori alla media europea per tutte le classi di consumo “Con riferimento alla classe di consumo 500-2.000 MWh annui, una delle più rappresentative per il mercato italiano, i prezzi medi italiani risultano superiori del 34% al lordo delle imposte e del 27% al netto, rispetto ai livelli medi europei.
Occorre sottolineare, viene precisato, che da noi sono presenti livelli di imposizione fiscale particolarmente elevati. Per la medesima classe di consumo, con riferimento al differenziale tra il prezzo al lordo delle imposte pagato dalle utenze industriali italiane e il prezzo medio europeo, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011 si registra un lieve incremento (complessivamente pari a circa l’11% per l’intero periodo).
Dai dati della relazione emerge poi che nel corso del 2011, la produzione lorda totale di energia elettrica in Italia è risultata pari a circa 300,3 TWh, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2010. In calo la produzione termoelettrica (- 3,7%), passata da circa 222 TWh nel 2010 a 214 TWh nel 2011. Il ricorso al gas ha registrato una contrazione del 7% rispetto al livello raggiunto un anno prima, mentre è aumentata in misura significativa la generazione elettrica da carbone (+11,1%); nel 2011 è continuata la contrazione della produzione da prodotti petroliferi (- 9,5%), che segue alla riduzione del 2010 (-37,6%).
La produzione da fonti rinnovabili è aumentata nel 2011 del 9,4% rispetto al 2010, specie biomassa e rifiuti (+19,9%), eolica (+11,1%) e geotermica (+5,2%) ma soprattutto fotovoltaica (+463%). Infatti la produzione di elettricità solare ha raggiunto circa 10,7 TWh, contro i circa 1,9 TWh dell'anno precedente.
Dal 2000 a oggi, la potenza del parco elettrico installata è raddoppiata, con un forte incremento della potenza netta termoelettrica (+38 GW circa) e rinnovabile (+11 GW circa).