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Studio. Dal nuovo nucleare impatto economico da oltre 50 miliardi e 117mila nuovi posti di lavoro

where Cernobbio (Co) when Mar, 17/09/2024 who roberto

L'analisi Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group vale il 2,5% del Pil e punta al dispiegamento dei primi smr già all’inizio del prossimo decennio

Investire nel nuovo nucleare può edison-teha-ansaldo.jpgabilitare al 2050 un potenziale impatto economico complessivo per il sistema-Paese di oltre 50 miliardi di euro, compresi benefici indiretti e indotti derivanti, pari a circa il 2,5% del PIL italiano del 2023 e generare 117mila nuovi posti di lavoro. È quanto emerge da uno studio realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e The European House Ambrosetti Group e illustrato nell'ambito della cinquantesima edizione del Forum 'Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive' di Teha a Cernobbio.
 
Lo studio
Il nucleare di ultima generazione può abilitare al 2050 un mercato potenziale fino a 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile pari a 14,8 miliardi di euro. Lo studio identifica le caratteristiche distintive che stanno alla base del cambio di paradigma abilitato dal nuovo nucleare e che potranno trovare applicazione con il dispiegamento dei primi smr già all’inizio del prossimo decennio. Si tratta nello specifico di: modularità che abilita una riduzione dei tempi di costruzione, migliore finanziabilità grazie ai minori costi finanziari e di capitale, sicurezza rafforzata grazie a sistemi di sicurezza passiva, flessibilità nella scelta del sito e limitato consumo idrico e del suolo, capacità di combinare la produzione elettrica con il calore per usi industriali e l’idrogeno e riduzione dei rifiuti nucleari prodotti.
 
Il nucleare oggi
Lo sviluppo tecnologico del nuovo nucleare si inserisce in un contesto energetico in cui l’energia nucleare continua ad avere un ruolo cruciale e vive una fase di espansione a livello mondiale, con 61 progetti di nuovi reattori in fase di costruzione. La produzione nucleare ha storicamente fornito una quota significativa dell'energia elettrica mondiale (in media 12,5% del totale negli ultimi 50 anni) e, sebbene l'Europa abbia ridotto l’incidenza sul totale globale, l’energia nucleare resta la 1° fonte di generazione elettrica in Unione Europea (22% del totale).
Il nuovo nucleare conta attualmente, a livello globale, oltre 80 progetti in via di sviluppo. In un contesto di forte competizione internazionale, l’Europa sta adottando misure concrete per promuovere lo sviluppo del nuovo nucleare, che è stato inserito tra le tecnologie chiave per la transizione nel Net Zero Industry Act. A marzo 2024 è stata inoltre lanciata l’European Industrial Alliance sugli smr – a cui anche l’Italia ha aderito – che mira a promuovere un programma europeo comune e creare le migliori condizioni per la diffusione degli smr in tutta l’Unione Europea.
 
I commenti
“Il nuovo nucleare non è soltanto una risorsa preziosa per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050, ma costituisce una vera occasione di rilancio industriale per il Paese, contribuendo a massimizzare la competitività di tutto il sistema. Lo studio condotto dimostra i benefici attivabili dal nuovo nucleare, un settore strategico dove l’Italia ha l’occasione di essere protagonista, se da subito viene definito un piano industriale di medio-lungo periodo per garantire un futuro energetico stabile, sicuro e competitivo per il nostro Paese”, ha commentato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. “Edison ha già mosso alcuni passi concreti per essere pronta, qualora si creassero le condizioni. Siamo parte della Piattaforma Nazionale per un nucleare sostenibile, voluta dal ministero dell’Ambiente, e attraverso la sottoscrizione di molteplici intese siamo impegnati con i nostri partner a sviluppare le competenze necessarie e a individuare le soluzioni appropriate per l’adozione delle nuove tecnologie nucleari a beneficio degli obiettivi di decarbonizzazione e di sostenibilità economica e sociale per il sistema-Paese”.
"Noi siamo un Paese che ha esperienza e conoscenza. Credo che ci siano le condizioni per avere un player nazionale del nucleare, naturalmente aperto. Questa è la sfida che ci attende per il futuro". Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, a margine del Forum.
“L'Europa e l'Italia si trovano in un momento decisivo per il futuro energetico, in cui le decisioni sulle politiche da implementare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 determineranno non solo la rapidità con cui questi obiettivi verranno raggiunti, ma anche la competitività della nostra economia e la sicurezza strategica del Paese” ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner e ceo di The European House – Ambrosetti e Teha Group. “In questa congiuntura storica, lo sviluppo del nuovo nucleare porta con sé molteplici caratteristiche peculiari rispetto alla tecnologia tradizionale che si rivelano particolarmente funzionali per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2050 in una logica di integrazione ottimale con lo sviluppo delle rinnovabili. Il tutto, inoltre, valorizzando una filiera industriale su cui l’Italia può vantare eccellenze assolute e che potrebbe mobilitare fino a 50 miliardi di euro di valore aggiunto grazie allo sviluppo del nuovo nucleare in Italia”.

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