In Sudafrica i blackout hanno messo in crisi l'industria del vino
La crisi energetica risulta essere la causa principale del crollo delle previsioni di crescita economica della più grande economia africana
I blackout programmati che affliggono il Sudafrica stanno esponendo i viticoltori della zona di Città del Capo a costi "enormi" per evitare danni alla produzione e alla vendemmia appena iniziata. Lo sottolinea il sito della Bbc pubblicando un'inchiesta dal titolo "niente energia, niente pinot".
Un settore da 3 miliardi
Il Sudafrica è all'ottavo posto nel mondo per la produzione di vino, un settore che genera circa tre miliardi di dollari l'anno e che esporta in tutto il pianeta, ricorda l'emittente britannica. Oltre che per la vendemmia, l'energia è necessaria fra l'altro anche per l'irrigazione di soccorso, per mantenere la temperatura nelle cantine e per l'imbottigliamento. L'industria vinicola si stava appena riprendendo dai danni causati dalle chiusure del Covid, quando in tutto il paese fu vietata la vendita di alcolici, e ha sottolineato che il settore si trova ora ad affrontare un periodo di frequenti interruzioni di corrente. Non tutte le aziende possono permettersi i costi aggiuntivi per l'acquisto di generatori e del carburante per farli funzionare, tanto meno il grosso investimento in impianti di energia rinnovabile. Dall'inizio del 2023 non è passato un giorno senza che la società energetica nazionale, la Eskom, abbia imposto tagli di corrente. La crisi energetica risulta essere la causa principale del crollo delle previsioni di crescita economica della più grande economia africana, che nel 2022 aveva un potenziale di crescita del 7% mentre poi si è fermata a meno del 2%.