Per tutti gli isotopi! Confindustria vuole i mini reattori, la Cina ne approva undici e il primo pezzo del Vacuum Vessel lascia l’Italia
Il presidente Orsini punta su pragmatismo e filiera italiana. Il piano approvato da Pechino prevede un investimento di 31 miliardi di dollari. Dopo dieci anni di lavoro, il primo pezzo prodotto nello stabilimento di Westinghouse Mangiarotti parte per la centrale sperimentale a fusione nucleare in Francia
Confindustria vuole il nucleare di nuova generazione. Lo ha ribadito il presidente Emanuele Orsini (nella foto) in occasione dell’assemblea di Confindustria Toscana Nord a Prato. In un contesto di prezzi alti dell’energia in Italia (+135% rispetto alla Francia), la strada – ha detto Orsini – «è quella del nucleare. Non siamo contrari al mix energetico, ben vengano l’eolico, il fotovoltaico e tutte le fonti rinnovabili, ma dobbiamo dirci le cose come sono: il 20% lo acquistiamo dalle centrali nucleari francesi». «Non dobbiamo pensare alle vecchie centrali nucleari», ha approfondito il numero uno degli industriali, «oggi esistono i micro reattori. In Italia abbiamo un’importante filiera, settanta aziende importantissime che fanno questo tipo di sviluppo, e alcune lo fanno all’estero. Abbiamo chiesto di mettere in legge di bilancio almeno la norma sulla sperimentazione per i micro reattori nucleari in Italia».
Undici nuovi reattori nucleari (tradizionali) in Cina
Il Consiglio di Stato cinese ha approvato un nuovo piano per la costruzione di undici reattori nucleari in cinque diverse province: Jiangsu, Shandong, Guangdong, Zhejiang e Guangxi. Questo massiccio progetto prevede un investimento di circa 220 miliardi di yuan (31 miliardi di dollari), con un tempo di costruzione stimato in cinque anni. Le centrali saranno basate su tecnologie di ultima generazione, tra cui il reattore Hualong One, che rappresenta il fiore all’occhiello dell’industria nucleare cinese. La Cina continua così a puntare sull’espansione del nucleare. Da anni, il Paese asiatico ha investito in tecnologie avanzate e ha promosso lo sviluppo di nuove centrali per rispondere alla crescente domanda di energia. Questo approccio, mirato a diversificare le fonti energetiche, è visto come un passo fondamentale per ridurre la dipendenza dal carbone, che rimane una componente dominante del mix energetico cinese.
La spinta verso il nucleare è parte di una più ampia strategia tecnologica. Pechino ha avviato numerosi progetti di ricerca e sviluppo per ottimizzare l’efficienza delle centrali e rendere il sistema energetico più sicuro e avanzato.
Fusione, il Vacuum Vessel lascia Monfalcone
Dopo dieci anni di lavoro, il primo pezzo del Vacuum Vessel, prodotto nello stabilimento di Westinghouse Mangiarotti e destinato alla centrale sperimentale di fusione nucleare in Francia, è stato imbarcato a Monfalcone (Gorizia). Il mastodontico componente è lungo oltre 15 metri e pesante ben 597 tonnellate. Raggiungerà il sud della Francia attraccando nel porto di Fos-sur-Mer a Marsiglia. Da qui il componente verrà trasferito al vicino sito nel quale è prevista la costruzione della centrale sperimentale a fusione nucleare.