Per tutti gli isotopi! Ecco la nuova corsa al nucleare della Francia: si punta a 14 nuove centrali
Il Governo Macron con la ministra Pannier-Runacher presenterà a breve al Parlamento il nuovo disegno di legge sulla sovranità energetica
La Francia ha bisogno di quattordici nuove centrali nucleari per ridurre la dipendenza dai fossili e per alimentare il suo sviluppo. A poche settimane dalla presentazione di un nuovo disegno di legge sulla "sovranità energetica", il governo di Macron punta infatti ad espandere l'approvvigionamento da nucleare. "Per il 2050, abbiamo bisogno di otto reattori aggiuntivi" – ha detto il ministro per la Transizione energetica Agnès Pannier-Runacher che si vanno ad aggiungere ai sei già annunciati in precedenza dal presidente Emmanuel Macron nel 2022 che ha posto l’energia nucleare al centro del percorso del suo Paese verso la neutralità carbonica entro il 2050.
La nuova strategia
I nuovi impianti saranno costruiti e gestiti dalla compagnia di Stato EdF con decine di miliardi di euro di finanziamenti pubblici mobilitati per finanziare i progetti. La nuova strategia energetica deve essere codificata in legge e sarà discussa in parlamento a partire dalla fine di gennaio. Pannier-Runacher ha affermato che andare oltre le 14 EPR sarebbe un “buon argomento di discussione con i legislatori”, ribadendo che anche la capacità di energia rinnovabile deve essere aumentata in modo massiccio. "L'energia nucleare è necessaria oltre i primi sei EPR (reattori nucleari europei) poiché la flotta storica non durerà per sempre", ha spiegato Runacher ma anche "per far uscire la Francia dalla dipendenza dai combustibili fossili, che rappresentano oltre il 60 per cento dell'energia che consumiamo. La mia ambizione - ha affermato - è quella di abbassare questa cifra al 40% entro il 2035". Come alternativa ai combustibili fossili, il testo mette dunque al primo posto il nucleare: una scelta che distingue nettamente la Francia da altri paesi europei, in primis la Germania, che proprio lo scorso aprile ha spento i suoi ultimi tre reattori attivi, al culmine di un processo di graduale uscita dall'energia atomica durato oltre 20 anni.
Rinnovabili e proroghe
"Alla fine di novembre 2023, la migliore disponibilità della flotta nucleare ha permesso di produrre il 15% in più di energia nucleare in undici mesi nel 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022. Allo stesso modo, la produzione di energia eolica è cresciuta del 30% e l'energia solare del 15%", ha spiegato ancora la ministra.
Tra le novità annunciate, anche l'estensione della durata operativa delle centrali esistenti in Francia, che potrebbe passare "da 40 a 50 anni se i controlli di sicurezza lo consentiranno". Ciò è previsto per 32 delle 56 centrali nucleari francesi attualmente esistenti. La decisione di Macron di estendere la durata di vita degli impianti nucleari esistenti, ha segnato un’inversione di marcia rispetto al precedente impegno di estendere la chiusura a non più di una dozzina di reattori di EdF entro il 2035.
In trasferta a Praga
La ministra francese dell’Energia Agnès Pannier-Runacher è intanto volata in questi giorno a Praga. La Repubblica Ceca, i cui sei reattori nucleari rappresentavano il 37% della produzione di elettricità del Paese nel 2022, sta valutando la possibilità di ampliare la propria catena di approvvigionamento. Il governo ha già dato il via libera allo sviluppo di un nuovo reattore ad acqua pressurizzata (PWR) da 1.200 megawatt e intende autorizzarne altri tre. Alla fine di ottobre, il governo ceco ha selezionato le offerte delle società nucleari statunitensi Westinghouse, della sudcoreana KHNP e della francese EdF, di proprietà statale.
Per difendere l’offerta del suo Paese, la ministra è andata con l’amministratore delegato di EdF Luc Rémont, per “fare il punto sui progetti di costruzione degli EPR nella Repubblica Ceca”. Il contratto per il primo reattore dovrebbe essere firmato nel 2024, con l’inizio della costruzione nel 2029 e i possibili primi test nel 2036.