Per tutti gli isotopi! Edf si ritira dagli smr nel Regno Unito e l’Italia apre agli smr
In calo il costo dei piccoli reattori. Parigi stava rivedendo i piani per il suo primo modello di Small modular reactors, al contrario l’Italia, stando alle parole del ministro Pichetto, vuole portare l’energia atomica ad almeno l’11 per cento del consumo entro il 2050
Edf, dopo aver annunciato la settimana scorsa che stava rivedendo i piani per il suo primo modello di Small modular reactors, ha deciso di abbandonare il progetto di costruire i primi modelli nel Regno Unito. L’annuncio arriva dopo la decisone, resa nota la settimana scorsa, che il colosso francese stava rivedendo i piani per il suo primo modello di Small modular reactors. La società, ha spiegato un portavoce all'Afp, resta impegnata a sostenere lo sviluppo dell'energia nucleare nel Regno Unito, in particolare per prolungare la vita delle centrali tradizionali nel paese e costruirne di nuove.
Il tender
Il governo britannico in ottobre aveva selezionato sei società come finaliste in un bando di gara per la costruzione di piccoli reattori nucleari, tra cui la britannica Rolls Royce e la francese Edf. Le altre aziende selezionate sono l'alleanza Ge-Hitachi e le statunitensi Holtec, NuScale Power e Westinghouse. Nel dettaglio l'azienda francese, che avrebbe dovuto sviluppare un primo modello di un piccolo reattore nucleare chiamato Nuward entro il 2030, ha deciso di rivedere i suoi piani per lavorare su un altro progetto. Edf ha deciso di evolvere il design degli smr, ma è pronta ad offrire una macchina sempre di terza generazione, con migliori condizioni di successo e facilitazione della fattibilità tecnica, ha spiegato la società senza fornire scadenze temporali.
In maggio la stessa società si era detta pronta a lavorare con l'allora governo conservatore britannico su una centrale nucleare in Galles. Il partito laburista, che ha vinto le elezioni la scorsa settimana, ha assicurato che il programma politico prevede nuove centrali nucleari e i piccoli reattori modulari che svolgeranno un ruolo importante per raggiungere la sicurezza energetica e una energia green del Paese.
Le nuove prospettive in Italia
Intanto in Italia, Il governo intende presentare una legge che consenta di investire nei piccoli reattori nucleari modulari. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto in un’intervista al Financial Times, spiegando che gli smr potrebbero essere operativi entro dieci anni. “L’energia atomica dovrebbe rappresentare almeno l’11 per cento del consumo totale di elettricità del Paese entro il 2050”, ha affermato Pichetto, mentre l’Italia sta cercando di ridurre il consumo di elettricità entro il 2050 e la dipendenza dai combustibili fossili importati. “Per avere una garanzia di continuità sull’energia pulita, dobbiamo inserire una quota di energia nucleare”. Le tecnologie rinnovabili come l’energia solare ed eolica “non possono fornire la sicurezza di cui abbiamo bisogno”, ha affermato Pichetto.
Dopo il disastro di Cernobyl, gli italiani decisero attraverso un referendum di interrompere la costruzione di nuovi reattori, e le quattro centrali operative nel Paese vennero chiuse entro il 1990. Nel 2011, un nuovo referendum respinse il tentativo dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di riavviare il programma nucleare italiano. In un recente sondaggio commissionato da Legambiente, uno dei principali gruppi ambientalisti italiani, il 75 per cento dei mille intervistati ha espresso scetticismo sul fatto che l’energia nucleare fosse una soluzione ai problemi energetici dell’Italia ma secondo il ministro, i referendum del passato non sono un ostacolo per il governo di Giorgia Meloni. “L’Italia – ha concluso ha caratteristiche cartografiche peculiari e non si può “coprire un territorio come l’Italia – con le sue colline e montagne – con pannelli solari”.
Calano i costi
Gli small modular reactors sono considerati uno strumento importante per contribuire alla decarbonizzazione e si stanno riducendo i costi di costruzione. È quanto emerso dalla presentazione del paper di Aware: "le nuove prospettive dell'industria nucleare", dedicato alle caratteristiche e alle potenzialità degli smr, al contributo che possono apportare alla decarbonizzazione e i limiti del loro attuale sviluppo e presentato da Federico Ciolfi e Riccardo Antonucci. Secondo i risultati emersi con gli smr si riducono i costi di costruzione e di gestione degli impianti nucleari, mantenendo gli standard di sicurezza e prestazioni con un costo di costruzione medio inferiore del 54,9% rispetto ai reattori di generazione III+ o IV. "Tuttavia -sottolinea anche la ricerca - è importante sottolineare che l'evoluzione dei costi degli smr è ancora incerta, e attualmente esistono una vasta gamma di stime di costo. Nonostante queste sfide, i risultati dell'analisi sono incoraggianti e suggeriscono che gli smr potrebbero rappresentare una svolta significativa nel settore nucleare".