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L’allarme. L’idrogeno verde in Europa non sarà competitivo senza sostegno pubblico

where Milano when Lun, 30/10/2023 who roberto

Un report di Boston Consulting avverte che “senza supporto, in Europa il costo dell’idrogeno non scenderà sotto i 5 euro al Kg”

Senza un ulteriore supporto idrogeno-verde.jpegregolatorio, l’idrogeno verde europeo non è competitivo: è questo il monito  che apre l’ultimo report realizzato in tema da Boston Consulting, intitolato “Turning the European Green Hydrogen Dream into Reality: A Call to Action”.
 
I numeri del problema
La società di consulenza sottolinea innanzitutto che le ottimistiche previsioni di un costo dell’H2 rinnovabile pari o inferiore a 3 euro al Kg entro il 2030, su cui molti concordavano solo pochi anni fa, nel contesto attuale, gravato dagli effetti dell’inflazione sul mercato energetico, appaiono del tutto irrealistici, almeno per il decennio in corso. Attualmente – precisa il report – dall’analisi dei progetti reali di produzione di idrogeno da elettrolisi in via di sviluppo è possibile desumere che nell’Europa centrale, attorno al 2030, il costo del vettore energetico si attesterà nel range compreso tra 5 e 8 euro a Kg: “Al livello più basso della forbice, l’idrogeno verde europeo non sarebbe competitivo con tecnologie di decarbonizzazione alternative per la maggior parte degli utenti, mentre al valore più elevato dell’intervallo indicato sarebbe quasi impossibile per i produttori trovare qualsiasi tipo di acquirente” scrive Boston Consulting.
 
I fattori che incidono
Lo studio evidenzia anche quali sono i fattori che influenzano questa dinamica, elencandoli da quello più ciclico a quello più strutturale: un maggior costo dei capitali, che impone di conseguenza la necessità di garantire un maggior ritorno sugli investimenti nell’energia rinnovabile e negli impianti di elettrolisi; un minor tempo di utilizzo degli elettrolizzatori, che devono competere (come destinazione dell’energia rinnovabile prodotta) con un mercato elettrico che offre spesso tariffe più remunerative; problematiche nella supply chain dei produttori di elettrolizzatori; complicazioni legate ai sistemi degli elettrolizzatori in contesti di ‘vita reale’ e scarsa possibilità di una riduzione dei loro costi; carenza di infrastrutture per il trasporto e la distribuzione di idrogeno che resterà tale almeno per i prossimi 10 anni.
Una situazione che renderà l’industria europea dell’H2 – e quella dell’ammonica nello specifico – sempre più soggetta alla concorrenza di Paesi produttori con condizioni più favorevoli, i quali con la crescita della produzione e lo sviluppo del mercato potranno raggiungere costi finali dell’idrogeno sempre più competitivi, mettendo a rischio le potenzialità future del mercato del Vecchio Continente. Ovviamente questa è la situazione attuale, vista in prospettiva, ma le condizioni possono mutare se istituzioni e operatori lavoreranno nella stessa direzione.
 
Cosa fare, dunque
Le istituzioni – secondo BC – dovranno innanzitutto cercare di far scendere il prezzo dell’H2 green almeno al di sotto dei 5 euro a Kg, potenziando i sistemi di supporto tramite asta, come quelli della European Hydrogen Bank e della piattaforma tedesca H2Global, continuare a garantire sostegni ai capex dei progetti (come si sta facendo per esempio con gli IPCEI) e fare in modo che i produttori possano acquistare energia rinnovabile con un prezzo agevolato e, soprattutto, stabile nel tempo. Inoltre, sarà necessario sostenere lo sviluppo della domanda tramite sistemi che rendano realmente conveniente acquistare idrogeno, pur pagando un ‘premio’ rispetto ai combustibili fossili, e accelerare considerevolmente lo sviluppo delle infrastrutture.
Sull’altro versante, Boston Consulting esorta gli operatori di mercato a prendersi dei rischi avviando progetti che, pur comportando un notevole grado di esposizione, consentiranno di sviluppare capacità produttiva e quindi di avere un accesso privilegiato ai principali acquirenti e anche a potenziali partner dal punto di vista tecnologico. Inoltre, i produttori dovranno studiare le nuove normative e adattarsi al mercato che ne scaturirà, modificando eventualmente i loro approcci commerciali.

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