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Biocarburanti. Eni avvia a Gela l’impianto che produrrà un terzo della domanda europea

where Caltanissetta when Lun, 27/01/2025 who roberto

La bioraffineria siciliana avrà una capacità di 400mila tonnellate/anno. L’azienda è tra le prime al mondo nella produzione di quantità rilevanti di Saf. Presto aprirà anche Porto Marghera e nel sud-est asiatico; crescono anche le proteste dei lavoratori per la chiusura degli impianti Versalis

Enilive annuncia l’avvio del primogela-ecofining.jpg impianto dedicato alla produzione di biocarburante per l’aviazione )il cosiddetto Saf (Sustainable aviation fuel) nella bioraffineria di Gela, in Sicilia. L’impianto ha una capacità di 400mila tonnellate l’anno, pari a quasi un terzo della domanda di Saf prevista in Europa nel 2025 in conseguenza dell’entrata in vigore della ReFuelEU Aviation.
 
Le regole europee
Il regolamento  UE 2023/2405 stabilisce che i fornitori di carburante per l’aviazione garantiscano che il cherosene avio messo a disposizione degli operatori aerei in ogni aeroporto dell’Unione Europea contenga quote di Saf. L’immissione sul mercato di Saf dovrà avvenire in quantità crescenti secondo la seguente traiettoria: 2% minimo dal 1°gennaio 2025 e un incremento della quota ogni cinque anni (6% dal 2030, 20% dal 2035, 34% dal 2040, 42% dal 2045) fino a raggiungere il 70% dal 2050. Enilive ha stretto accordi con diverse compagnie aeree per la fornitura di Saf dal settembre 2022, grazie alle prime produzioni realizzate in sinergia tra la bioraffineria Enilive di Gela e altri impianti Eni a partire da materie prime di scarto. Entro il 2030 Enilive prevede di aumentare la capacità di bioraffinazione a oltre 5 milioni di tonnellate l’anno e di incrementare l’opzionalità della produzione di Saf fino a 1 milione di tonnellate l’anno entro il 2026, con un potenziale raddoppio entro il 2030, anche grazie ai nuovi progetti in corso nella bioraffineria di Venezia e alla realizzazione di nuove bioraffinerie in Malesia e Corea del Sud.
 
L’impianto
La bioraffineria di Gela ha una capacità di lavorazione pari a 736 mila tonnellate l’anno di biomasse, prevalentemente da materie prime di scarto e rifiuti come oli alimentari esausti, grassi animali, sottoprodotti della lavorazione di oli vegetali. L’innovativa produzione di Saf a Gela è stata resa possibile grazie a modifiche impiantistiche, in particolare dell’unità isomerizzazione a cui sono stati aggiunti un reattore e una sezione di separazione prodotti, e del parco serbatoi e strutture logistiche.
In breve saranno ultimati anche gli investimenti per potenziare la sezione di pretrattamento delle cariche con la costruzione di una terza linea di degumming, che consentiranno di ampliare la tipologia delle materie prime di scarto e residui da trasformare in biocarburanti hvo (hydrotreated vegetable oil, olio vegetale idrotrattato).
“Eni ha iniziato a investire in questo settore più di dieci anni fa – ha commentato Stefano Ballista, amministratore delegato di Enilive – e Enilive sarà tra le prime compagnie al mondo a produrre quantitativi rilevanti di Saf. Entro il 2026 sarà operativo anche l’impianto per la produzione di carburante sostenibile per l’aviazione a Marghera, nella bioraffineria di Venezia, ed entro il 2030 si aggiungeranno i nuovi impianti in Italia e all’estero”.
 
Contro la chiusura del cracking Versalis
Intanto, proseguono le mobilitazioni dei lavoratori contro la chiusura degli impianti cracking di Versalis (Eni). “Per affrontare una vertenza di questo tipo, con un’azienda partecipata che opera in settori strategici e con produzioni indispensabili per tutto il sistema industriale nazionale, costruiremo tre momenti di incontro collettivi in Sicilia, in Puglia e in Emilia Romagna, in cui vogliamo coinvolgere le istituzioni locali e i parlamentari eletti sul territorio, per discutere delle conseguenze disastrose che la chiusura dei Cracking di Eni Versalis produrrebbe, dicono il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale Marco Falcinelli. “Ricordiamo che, tra diretti e indotto, nei siti di Brindisi, Priolo e Ragusa sono coinvolte oltre 20mila persone, e che a cascata sono in bilico tutti gli altri stabilimenti di Versalis e delle aziende con cui condividono il condominio industriale a Ferrara, Ravenna, Mantova, Marghera e Porto Torres. Attendiamo la convocazione del tavolo politico annunciato dal Governo, in quell’occasione saranno presenti davanti al ministero delle Imprese anche le lavoratrici e i lavoratori per difendere il loro futuro. Scelte di indirizzi di politica industriale che riguardano il Paese, come questa, non possono dipendere dalle decisioni dettate dagli interessi degli azionisti di un’azienda come Eni”, concludono Gesmundo e Falcinelli.

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