Analisi. L’Aiee: non cresce la domanda. Il Pil si sgancia dall’energia
Aumentano soltanto i consumi di petrolio. La riduzione dell'intensità energetica fa ipotizzare crescite del Pil senza impatto
Nei primi quattro mesi del 2016 alle variazioni positive di tutti o quasi gli indicatori economici non sta facendo riscontro un aumento della domanda di energia, nonostante il permanere di condizioni di prezzi di tutte le fonti energetiche molto favorevoli per gli utilizzatori finali. Lo rileva l’analisi dell’Aiee, l’Associazione italiana degli economisti dell’energia.
“Questa apparente contraddizione - affermano gli analisti dell’Aiee - si spiega con le condizioni climatiche molto meno severe di quelle registrate un anno fa e con il processo di riduzione dell'intensità energetica del sistema, che è ormai avviato su solide basi e che permette di ipotizzare crescite del Pil con scarso impatto sulla domanda di energia”.
Cresce la domanda di petrolio - Ad eccezione del petrolio, tutte le fonti primarie presentano domande negative.
La domanda di petrolio ha continuato a crescere, ma ad un ritmo molto contenuto rispetto al 2015; nel periodo gennaio-aprile l'incremento, che rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente è stato pari all'1%, risente della frenata di aprile, a sua volta influenzata dal livello particolarmente elevato dei consumi dell'aprile 2015 e da una giornata lavorativa in meno.
Il gas naturale, dopo il sensibile recupero del 2015, registra una riduzione dello 0,3%, causata dalla flessione della componente riscaldamento delle abitazioni e degli edifici del terziario, che ha risentito di una stagione invernale particolarmente mite.
La domanda per usi termoelettrici ha risentito, invece, della nuova riduzione dell'apporto idroelettrico, che è stata compensata da un aumento del ricorso al gas, nella misura del 12,1%.
La domanda industriale ha registrato, infine, un significativo ed incoraggiante aumento dell'1,9%, che si ricollega alla ripresa delle attività produttive.
I combustibili solidi hanno registrato una riduzione dell'8,7%, che si collega alle difficoltà degli impianti siderurgici e ai minori impieghi da parte delle centrali elettriche.
L’idroelettrico frena ancora - Le fonti rinnovabili, dopo l'arretramento del 2015, hanno registrato una nuova riduzione nella misura del 3,6% a causa del persistente limitato contributo dell'energia idroelettrica, che ha subito una riduzione del 12,3%, mentre le altre fonti, con il peso prevalente di fotovoltaico ed eolico, sono state caratterizzate da una riduzione limitata allo 0,2%.
Complessivamente la domanda energetica del primo quadrimestre del 2016 segna una riduzione dell'1,2%, dopo il recupero del 2015.