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Analisi Enea, ecco perché calano consumi energetici (-5%) ed emissioni (-9%) nel primo semestre 2023

where Roma when Lun, 31/07/2023 who roberto

Crescono le rinnovabili elettriche, ma calano riduzione i consumi di gas (-16%) e carbone (-15%); risale l’indice ISPRED

Continuano a diminuire i consumicopertina1trimestre2023_0.jpg di energia in Italia nonostante il calo dei prezzi. A dirlo è l’aggiornamento trimestrale dell’Analisi Enea del sistema energetico italiano, che evidenzia anche una nuova significativa riduzione delle emissioni di CO2 (-9%), già diminuite tra ottobre e dicembre 2022 dopo sei aumenti trimestrali consecutivi.
 
Tutta colpa del clima
“La flessione dei consumi riguarda in primo luogo il settore civile (-12%), principalmente per effetto del minor impiego di gas per il riscaldamento, come conseguenza delle misure amministrative e di efficienza adottate, ma soprattutto per il clima eccezionalmente mite dei primi mesi dell’anno, a gennaio in particolare”, spiega Francesco Gracceva, che cura l’Analisi Enea del sistema energetico. “Anche l’industria ha registrato una riduzione dei consumi (-10%), determinata in particolare dal calo fino al 20% della produzione nei settori gas intensive, i cui consumi energetici risultano ormai inferiori di oltre il 5% rispetto a quelli del 2020. Crescono invece i consumi dei trasporti (+3%), con un incremento concentrato quasi tutto nel primo trimestre 2023 e un progressivo ritorno ai livelli pre-pandemia”.
 
Il massimo storico di Pasquetta
In termini di fonti energetiche, alla riduzione dei consumi di gas (-16%) e carbone (-15%) ha fatto da contraltare un deciso aumento dell’import di elettricità (+22%). In crescita le rinnovabili elettriche (+5%), con una quota complessiva delle fonti rinnovabili sui consumi finali che si prevede possa a fine 2023 superare il massimo storico del 2020 (20,4%). Secondo le stime Enea, le rinnovabili elettriche non programmabili (eolico e solare) hanno fatto registrare nella fascia oraria 13-15 del 10 aprile (giorno di Pasquetta) un nuovo massimo storico con la copertura di oltre l’80% della domanda.
Nel primo trimestre, la diminuzione dei consumi energetici in Italia è stata in linea con quella dell’eurozona, sempre per il clima mite e la fase di debolezza delle economie. Anche in Europa, infatti, il PIL è diminuito soprattutto a causa della flessione dell’attività manifatturiera, particolarmente marcata nei settori gas intensive. Per quanto riguarda l’area euro, nella prima metà del 2023 è continuata la fase di debolezza delle economie (per il secondo trimestre consecutivo il PIL è lievemente diminuito nel I trimestre e ha ristagnato in primavera), con in particolare un'ulteriore flessione dell'attività manifatturiera (a fronte dell’espansione nei servizi). Nonostante il deciso ritocco dei prezzi all’ingrosso del gas e dell’elettricità (45 €/MWh la media del gas al TTF nel I semestre 2023, -70% rispetto al II semestre 2022),nella zona euro è continuata la contrazione dei consumi di energia (-5% nel I trimestre), a causa dei nuovi cali della domanda di gas naturale (-14%) ed elettricità (-4%). Contrazione simile è stimata per le emissioni di CO2, comunque non sufficiente ad avvicinare la traiettoria attuale a quella coerente con il target 2030.
 
Giù le emissioni di CO2
Si riducono anche le emissioni di CO2: hanno contribuito nel primo trimestre 2023 sia i settori ETS (generazione elettrica e industria energivora) che non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria). “Nel secondo trimestre, diversamente, il calo si è concentrato principalmente nei settori ETS (-19%), in particolare per il minor impiego di carbone nella generazione elettrica (-60%) e per l’aumento delle importazioni di elettricità (+4%) e delle rinnovabili elettriche (+9%), oltre alla già forte flessione delle produzioni energivore. La contrazione delle emissioni nel periodo aprile-giugno 2023 è invece divenuta marginale nei settori non ETS (-2%), a conferma del fatto che, al netto del calo dei consumi invernali di gas, nei settori civile e trasporti non sembrano esserci in atto dinamiche virtuose”, aggiunge Gracceva.
 
Indice Ispred
Dopo una lunga serie di variazioni negative e pur rimanendo vicino al minimo della serie storica, torna a migliorare l’indice della transizione energetica ISPRED (+14% rispetto al primo trimestre dell’anno), grazie al miglioramento della componente decarbonizzazione (contrazione dell’impiego di carbone e delle produzioni energivore) e alla diminuzione dei prezzi di elettricità e gas, che rimangono comunque ancora ampiamente superiori alle medie di lungo periodo.
“Secondo le valutazioni preliminari fatte da Enea, nel primo semestre dell’anno il prezzo medio dell’elettricità per un’impresa con consumi medio-bassi è stato di poco inferiore a 300 €/MWh (-15% rispetto al secondo semestre 2022), mentre si stima che il prezzo medio del gas sia tornato nel primo semestre 2023 ben al di sotto dei 100 €/MWh (-30% rispetto al record della seconda parte del 2022)”, conclude Gracceva.
 
L’Analisi completa e la sintesi dei risultati saranno disponibili a breve a questo link: https://www.pubblicazioni.enea.it/le...

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