Anima chiede un piano straordinario per la sicurezza dei 22 milioni di impianti a gas
Il 91% delle caldaie domestiche in Italia non sono “a norma”, mentre il 4,5% sono potenzialmente pericolose
Gli impianti domestici alimentati a gas in Italia sono in condizioni drammatiche: circa il 91% non è “a norma” e addirittura il 4,5% è potenzialmente pericoloso. È quanto fa sapere ANIMA, la Federazione della meccanica, dopo la consultazione pubblica avviata dall’Autorità per l’Energia Elettrica e alla quale hanno partecipato anche le associazioni direttamente interessate come Assotermica, Avr, Acism, Ucrs, con il contributo di operatori dell’intera filiera, da Anigas al Cig a Confartigianato manutentori. Dall’incontro è emerso inoltre che esistono inoltre circa 7 milioni di caldaie a gas “ante marcatura CE” e tanti milioni di componenti e dispositivi “non adeguati”. Tale situazione - dicono - non è in grado di soddisfare gli obiettivi posti dall’Europa.
“ANIMA intende sempre più sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di stimolare l’adozione di un “Piano nazionale sulla sicurezza gas” - ha detto Sandro Bonomi, Presidente ANIMA - .
Tale iniziativa permette di rinnovare, secondo canoni di efficienza energetica, il parco degli impianti installati, migliorare la qualità della misurazione dell’utilizzo della risorsa gas attraverso strumentazione di ultima generazione in grado di comunicare tempestivamente il livello dei consumi ai cittadini e ai gestori, incrementare ancora di più la qualità del già ottimo sistema di trasporto del gas, assicurando bandi di gara in cui il servizio post vendita della componentistica sia valutato più importante del prezzo d’acquisto del componente stesso per favorire la velocità nella risoluzione delle interruzioni di erogazione - conclude il Presidente Bonomi -. Interventi come questi vanno organizzati, programmati e seguiti in modo da consentire i migliori benefici per le famiglie, il sistema energetico nazionale, le industrie presenti in Italia e la filiera sul territorio”.
L’adozione di un “Piano straordinario per la sicurezza gas”, che coniughi adeguamento normativo a vincoli di efficientamento del sistema nel suo complesso comporta - conclude la nota - la crescita dell’occupazione su tutto il territorio nazionale, miglior efficienza del sistema gas, diminuzione di costi per il Paese, minori disagi per i cittadini.