In breve - Aziende in movimento: Eni in Venezuela, l’Ucraina spacchetta Naftogaz, la vendita Eon
Rosneft entra in Pirelli, Erg ed Edison interessate agli asset italiani Eon, il debito Sorgenia, Foster Wheeler in Kazakhstan
Il Governo ucraino vuole separare in più società la Naftogaz, l'azienda petrolifera statale che ha il monopolio del gas nel Paese ed è gravata da pesanti debiti, per rispettare le norme europee sulla concorrenza. Arsenij Jaceniuk, primo ministro dell'Ucraina, ha affermato: “Naftogaz si occuperà solo del gas. Una nuova società tratterà invece il trasporto del gas in accordo con le leggi europee e un'altra società si occuperà dello stoccaggio del gas”.
Il gruppo petrolifero messicano Pemex ha venduto la quasi totalità della sua quota nella spagnola Repsol, pari al 7,86%, per una cifra pari a 2,092 miliardi di euro. La società messicana, prima della cessione, deteneva il 9,3% del capitale di Repsol.
L’Eni ha invece firmato accordi strategici per il super-giant Perla in Venezuela che garantiranno alla società l'accesso alle riserve di idrocarburi liquidi del giacimento. A siglare le intese sono stati il ministro del Petrolio e delle miniere del Venezuela e presidente di Pdvsa, Rafael Ramirez, l'amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, e il presidente di Repsol, Antonio Brufau. La futura società mista sarà gestita congiuntamente da Cvp (filiale di Pdvsa) con una partecipazione del 60%, da Eni con il 20% e da Repsol con il 20 per cento. Il secondo accordo è un “term sheet”, che stabilisce gli elementi chiave per finanziare fino a un miliardo di dollari lo sviluppo di Perla. Eni e Repsol contribuiranno fino a 500 milioni di dollari ciascuno.
Su un altro fronte, l'accordo con il gruppo Rosneft è importante e permetterà al gruppo Pirelli di crescere ulteriormente in Russia. Lo ha affermato il presidente Marco Tronchetti Provera commentando l'intesa che prevede il rafforzamento della cooperazione industriale e commerciale e l'ingresso della stessa Rosneft nell'azionariato di Pirelli.
Foster Wheeler ha invece annunciato che un'affiliata del Global Engineering and Construction Group ha acquisito da Marubeni Corporation un contratto per la progettazione e la fornitura di un nuovo forno Terrace Wall per unità idrogeno, con relativo sistema di pre-riscaldamento, per la raffineria di KazMunayGaz ad Atyrau, Kazakhstan. Il forno sarà utilizzato in un impianto di produzione idrogeno da 24.000 metri cubi all'ora, che sarà costruito presso la raffineria. L'impianto è basato su tecnologia di produzione idrogeno sviluppata secondo il processo Foster Wheeler.
Riparte per E.On Italia il capitolo riguardante la vendita degli asset sul territorio dopo il summit dei grandi capi avvenuto lo scorso 22 maggio. Il dossier, affidato alla supervisione di Goldman Sachs, riprende a girare sui tavoli dei potenziali acquirenti ed è entrato in campo anche il gruppo Erg della famiglia Garrone che starebbe studiando l'offerta, valutata nel suo complesso circa 3 miliardi di euro. Il gruppo genovese sarebbe interessato agli asset idroelettrici di E.On Italia che si traducono nelle 16 centrali idro dell'area di Terni, Perugia, Rieti e Macerata, oltre ad una stazione di pompaggio. Anche Edison si è sempre mostrata interessata alle attività del gruppo tedesco in Italia e si è già mossa per valutare le possibilità, anche nell'ambito di un eventuale spezzatino.
Infine, la ristrutturazione del debito Sorgenia, con il passaggio del controllo alle banche, è ormai alla stretta finale. La riunione tra banchieri ad alto livello ha permesso di fare il punto della situazione e di apportare qualche leggera modifica allo schema per il riassetto dopo le osservazioni inviate nei giorni scorsi dai soci Cir e Verbund. Le banche creditrici saliranno al 98% del capitale del gruppo energetico attraverso la conversione in equity di 600 milioni di crediti e di fatto formuleranno la proposta finale per il salvataggio, apportando qualche piccola concessione sull'earn out, in particolare per quanto riguarda la sua durata, che verrebbe estesa a cinque anni.