Il boom del gas. Ecco spiegate le esplosioni controllate che si sono viste al largo di Licata
A renderlo noto è la Capitaneria di Porto Empedocle dopo le segnalazioni giunte da diverse associazioni ambientaliste
Si chiedeva su Teleacras con ironia cronistica il noto giornalista Angelo Ruoppolo: cernie e dentici sono finiti arrosto nel loro stesso mare al largo di Licata? Forte allarme hanno destato nelle settimane scorse fra i cittadini della costa di Gela, Licata e Porto Empedocle le esplosioni in mezzo al mare di sacche di metano emesse durante la perforazione alla ricerca di idrocarburi ad opera della nave Saipem 10000 nell’ambito del progetto Offshore Ibleo, cioè i giacimenti di gas Argo e Cassiopea. A renderlo noto è la capitaneria di Porto Empedocle dopo le segnalazioni giunte da diverse associazioni ambientaliste. A loro dire, lo scorso febbraio in piena notte è stato notato nel tratto di mare un ampio bagliore causato da un incendio.
Le preoccupazioni
Le associazioni Mareamico, Marevivo, Centro Consumatori, Legambiente e Wwf Sicilia Area Mediterranea hanno interpellato le autorità competenti nel merito di tali imponenti fiammate in mare, preoccupate dai rischi per le persone a bordo della nave e per i danni all’ecosistema marino. "Le preoccupazioni da noi manifestate riguardavano innanzitutto la salute degli operatori a bordo delle unità navali impegnante in queste attività, ma anche per gli eventuali danni all’ecosistema marino e soprattutto rischi per la popolazione che vive lungo una costa fortemente antropizzata come quella prospiciente il tratto di mare interessato da queste operazioni di ricerca ed estrazione di idrocarburi"
"La risposta che ci è arrivata dalla Capitaneria di porto di Porto Empedocle è inquietante: si tratta di esplosioni di sacche di metano che loro definiscono emissioni controllate”.
Il video della tv locale Teleacras: https://www.teleacras.it/2024/03/14/...