Così si fa! Arriva la prima assicurazione che non copre le compagnie per il fracking da shale gas
È l’americana Nationwide Mutual Insurance Co. e sostiene che i rischi legati alle operazioni di fracking “sono troppo evidenti per essere ignorati”. La decisione estesa non solo a terreni e giacimenti, ma anche a veicoli e attrezzatura utilizzati
Si chiama Nationwide Mutual Insurance Co. ed è diventata la prima compagnia di assicurazioni a chiudere la porta in faccia alle società energetiche che adottano la frantumazione idraulica, o fracking per cercare shale gas, il famoso gas non convenzionale, ovvero la nuova presunta frontiera dei combustibili fossili.
L’annuncio - leggiamo sull’Huffington Post - arriva dalla portavoce della compagnia Nancy Smeltzer. La società con sede a Columbus, in Ohio, ha deciso di non coprire eventuali danni provocati dai processi di perforazioni di gas o petrolio intrappolati nei ricchi giacimenti di scisti che si trovano in Pennsylvania, New York, Ohio, West Virginia e altrove.
Nationwide ha sostenuto infatti che i rischi legati alle operazioni di fracking “sono troppo evidenti per essere ignorati” e ciò comporta un mutamento delle strategie verso le compagnie gas&oil che adottano tale pratiche.
La decisione coinvolge non solo uno stop alla polizza vera e propria dei proprietari che affittano terreni per la perforazione e le imprese appaltatrici coinvolte nelle operazioni di fracking, ma anche le coperture di tutti i veicoli: chi trasporta l'acqua da e verso siti di perforazione, i trasportatori di legname, gli operatori dei bulldozer, e di altri veicoli usati in preparazione del sito. Independent Petroleum Association of America, una delle principali associazioni Usa e i cui membri sono coinvolti in molti campi di esplorazioni, ha fatto sapere dal portavoce che aldilà delle implicazioni pratiche “sarebbe stato opportuno informare i loro clienti, prima di rilasciare dichiarazioni così gravi”.
Jeffrey Hanneman, direttore del settore ambientale presso il broker assicurativo Aon Risk Solutions, ha detto, invece, che la mossa dell’assicurazione Nationwide è “davvero unica”, e non prevede l'inizio di un tendenza in grado di fare scuola. “Ad oggi, tutto quello che abbiamo visto sono alcuni operatori che si sono detti restii a scrivere una copertura ambientale”, ha detto Hanneman. “Ma quella della Nationwide – ha concluso – è una polizza più estensiva, è una sorta di divieto più ampio che coinvolge anche tutti i servizi accessori ad essa collegati”. Facendo intendere cioè che gli americani i divieti piacciono davvero poco. Specie le compagnie petrolifere.