Il costo del petrolio al minimo storico. Risparmiati 40 miliardi rispetto al 2012
In forte calo anche le entrate fiscali derivanti dai prodotti petroliferi: mancano all’appello 1,5 miliardi di euro
La fattura petrolifera nel 2016 ha toccato il minimo storico. Lo segnala l'Unione petrolifera all'Assemblea annuale, stimando per quest'anno una ripresa ai livelli del 2015. Nel 2016 la fattura petrolifera è stata di poco superiore ai 12,5 miliardi di euro, circa 4 miliardi in meno rispetto al 2015, che rappresenta il minimo storico. Per il 2017, "giacché nei primi tre mesi si e' speso già il doppio rispetto allo scorso anno, con un prezzo medio sopra 46 dollari", si stima "una fattura petrolifera in ripresa, che ci farà tornare ai valori del 2015, attorno ai 16 miliardi, con un aumento che dovrebbe essere compreso fra i 3 e i 4 miliardi".
Nel 2016 la bolletta energetica dell'Italia è stata pari a 25,3 miliardi di euro, in calo di circa 10 miliardi rispetto al 2015, attestandosi al minimo storico. Lo segnala l'Unione petrolifera, precisando che rispetto al record di circa 65 miliardi del 2012 abbiamo risparmiato circa 40 miliardi di euro con un peso sul Pil che è passato dal 4% all'1,5 per cento. Up stima per quest'anno una ripresa, che riporti i valori ai livelli del 2015: la fattura energetica è attesa, infatti, sui 35 miliardi con una composizione interna diversa con una presenza più forte del gas.
Lo scorso anno le entrate fiscali derivanti da prodotti petroliferi - prosegue il rapporto dell'Up - si stimano pari a circa 38,7 miliardi di euro, con un decremento del 3,7% rispetto all'anno precedente (1 miliardo e 490 milioni in meno). Il presidente dell'Unione Petrolifera, Claudio Spinaci, ha osservato che in Italia la rete è attualmente di 21.000 punti vendita: "dovrebbero essere 14-15mila, e ce ne sono 5.000 che sono assolutamente eccedenti, con un erogato di soli 350.000 litri a fronte di un erogato medio italiano di 1,3 milioni. Questo paradossalmente impedisce la modernizzazione della rete. Il taglio dovrebbe essere di 6.000 unità, perché altrimenti rischiamo di perdere la rete migliore". A suo parere, infatti, la rete si "sta deprimendo, anche perché forse l'unico profittevole è il punto vendita piccolo, che froda". Spinaci ha ricordato ancora che "in 5 anni sono spariti il 20% dei volumi, 1/5 dei ricavi e non è possibile che non si siano chiusi 5 o 6 mila punti vendita".
Previsioni per il 2017 - In questa prima parte del 2017 si è assistito ad un sostanziale riequilibrio tra domanda e offerta di petrolio grazie al taglio alla produzione da parte dei principali paesi produttori. Determinante, per le dinamiche future, sarà l’andamento della domanda che, secondo l’Aie, è destinata a crescere tanto da superare nell’ultimo trimestre 2018 la “soglia psicologica” dei 100 milioni barili/giorno. Per l’intero 2017, le stime più ricorrenti degli analisti prevedono un secondo semestre in linea con il primo, con fluttuazioni significative e con media anno che si dovrebbe attestare sulla parte inferiore della forchetta 50-60 dollari/barile.
Cariche - L’Assemblea generale dei soci, dopo la designazione di aprile della Giunta, ha confermato alla presidenza Claudio Spinaci; la nomina ha validità quadriennale senza possibilità di riconferma. Confermati altresì i quattro vicepresidenti designati e cioè Daniele Bandiera (Api), Alessandro Gilotti (KPI), Paolo Grossi (Eni) e Gianni Murano (Esso Italiana).