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Ddl carburanti, ecco che cosa contiene la riforma e quali punti fanno litigare

where Roma when Lun, 09/09/2024 who roberto

In settimana compagnie petrolifere associazioni di categoria dei benzinai tornano a discutere sulla riduzione dei punti e vendita e sugli incentivi alla chiusura

Si torna a discutere sulla riforma1690879259377benzinaio.jpeg della rete di distribuzione dei carburanti: le associazioni di categoria dei benzinai non hanno gradito la bozza di Ddl proposto dal Governo e l’approvazione è slittata. Per questo motivo sono state convocate al ministero delle Imprese per discutere della riforma: al tavolo saranno presenti il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il sottosegretario Massimo Bitonci, oltre a rappresentanti del ministero dell’Ambiente.

 
Troppi distributori in Italia?
La proposta di riforma mira anzitutto a ridurre il numero dei punti vendita: Unem (l’ex Unione petrolifera) nel 2022 segnalava una rete troppo estesa con 22.187 distributori di carburanti in Italia contro i 14.069 della Germania, gli 11.734 della Spagna e i 10.609 della Francia. "Oggi circa il 20% dei punti vendita eroga meno di 400mila litri l’anno con ricavi lordi per il gestore stimati tra i 15mila e i 30mila euro lanno, e solo il 5% ha erogati superiori a 3,5 milioni di litri”. Un quadro, ha aggiunto l’associazione, che favorisce "fenomeni di illegalità, generando al contempo una concorrenza sleale nei confronti degli altri operatori, come peraltro si legge nelle recenti conclusioni dell’indagine conoscitiva sui fenomeni di evasione dell’Iva e delle accise nel settore della distribuzione dei carburanti condotta dalla Commissione Finanze della Camera". Secondo l’Unem bisognerebbe chiudere almeno il 15% degli impianti attualmente in funzione. 
 
Gli incentivi
Nella bozza del testo, si punta a incoraggiare anche la riconversione verso la mobilità green, sono previsti ad esempio incentivi fino a 60mila euro per coprire il 50% delle spese per le colonnine di ricarica e un fondo per la trasformazione della rete carburanti verso la mobilità elettrica, con una dotazione di 47 milioni di euro l'anno per il 2025, il 2026 e il 2027. Per i nuovi impianti, dal primo gennaio 2025, sarebbe necessario prevedere la distribuzione di "almeno un altro vettore energetico alternativo ai combustibili fossili", come i biocombustibili o le colonnine elettriche, altrimenti non saranno rilasciate autorizzazioni.
 
La reazione dei benzinai, delle compagnie e dei consumatori
I gestori hanno già evocato lo stop di tutti gli impianti e manifestazioni contro quella che definiscono in una nota congiunta della "più incauta e peggior riforma da quando in questo Paese sono cominciati i rifornimento ai veicoli". "Abbiamo la necessità, come settore, di costruire un’ipotesi di riforma condivisa che - pur tenendo nel debito conto i desiderata del Governo - vada nel verso della facilitazione della transizione energetica e nella valorizzazione di nuovi carburanti. Con ampliamento dell’offerta all’utenza, del mantenimento del servizio (che, lo ricordiamo, costa 3,5 € cent/litro) nel territorio (soprattutto nelle zone più svantaggiate) e nella difesa degli aspetti sociali legati alla riduzione della rete", hanno affermato le associazioni.
Per Unem (l’Unione energie per la mobilità), associazione delle aziende del settore petrolifero, il testo è "un passo importante per la razionalizzazione della rete".
Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori ha detto che "ci piacerebbe capire se nel testo è previsto anche qualcosa a vantaggio diretto dei consumatori. Si è solo introdotto il fuorviante prezzo medio regionale, mentre l'unica cosa che poteva essere realmente utile, l'app carburanti prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, è sparita dalla circolazione e, dopo oltre un anno e mezzo, non se ne sa più nulla. Sarebbe uno strumento utilissimo per comunicare all'automobilista quale è il distributore meno caro della sua zona. È così che si razionalizza la rete: costringendo i distributori più cari e meno efficienti ad uscire dal mercato", conclude Dona.

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