Eni ok in Libia e in Iraq
La produzione resta però inferiore al periodo Gheddafi. In Iraq torna il sereno per Zubair; via libera anche alle trivellazioni offshore nei mari di Cipro
Eni col vento in poppa per il petrolio di Libia, Iraq e a Cipro. Il gruppo petrolifero ha infatti ripreso in pieno l'attività in Libia, comprese le attività di esplorazione onshore. I vertici del “cane a sei zampe” hanno anche confermato l'impegno in Iraq, dopo un calo di entusiasmo per i numerosi ostacoli incontrati nel Paese; nei giorni scorsi, è stata inoltre resa nota l'apertura del governo di Cipro per lo sfruttamento dei giacimenti offshore dell'isola.
Capitolo Libia. Il ritorno alla normalità è ormai praticamente cosa fatta: la produzione è ripresa a settembre scorso e il livello raggiunto è ormai pari a 240mila barili al giorno,
contro i 270mila del periodo pre-rivoluzione. E da questi giorni riparte anche l'attività esplorativa onshore, vale a dire su terraferma, con la perforazione del pozzo esplorativo A1-108/4 situato nel bacino di Sirte, a circa 300 chilometri a Sud di Bengasi. Si tratta del primo di una serie di pozzi previsti nell'ambito del programma di perforazione onshore, che continuerà nel 2013 e che segna un altro passo importante per la ripresa delle attività di esplorazione e di produzione di Eni nel Paese.
Le attività procedono bene anche in Iraq, dove l'ad Paolo Scaroni, nel corso di un incontro con vari esponenti del governo, ha fatto il punto sulle attività di sviluppo del giacimento super giant di Zubair e “ha confermato l'impegno e la presenza della società nel Paese”.
Il clima, dunque, sembra essersi rasserenato, dopo che alcune settimane fa lo stesso
Scaroni aveva parlato di entusiasmo “un pochino affievolito” a causa dei troppi ostacoli incontrati in Iraq: eccesso di burocrazia, mancanza di infrastrutture e il ruolo assunto dal
Kurdistan sul mercato del petrolio. Per questo, aveva spiegato, “lo sforzo fatto fino adesso non è stato interamente ripagato”.
Notizie positive arrivano infine anche da Cipro, il cui ministro dell'Energia Neoklis Sylikiotis ha annunciato al termine del Consiglio Ue energia che il Paese “sta discutendo per le trivellazioni” con Eni e Total.