Gasdotti. Tap. Infiltrati fra i comitati no-tap? L’azienda accusa
Danneggiamenti al cantiere di Melendugno potrebbero essere stati compiuti da elementi di disturbo che colpiscono l’immagine del movimento di protesta
Il Comune di Melendugno, i comitati no-Tap, l’azienda Tap nelle scorse settimane hanno segnalato diversi danneggiamenti al cantiere per la posa del metanodotto Tap in programma a Melendugno (Lecce), che vengono attribuiti a infiltrati o a elementi violenti.
Per esempio, nella tarda serata del Primo Maggio per più di un'ora è stato impedito il cambio turno delle guardie giurate che vigilano sul cantiere, e quelle rimaste intrappolate nell'area recintata sono state fatte ripetutamente oggetto di lanci di sassi che, fortunatamente, non hanno colpito le persone causando però danni alle automobili di servizio.
In un altro caso alcuni malintenzionati con arnesi professionali hanno tagliato 35 grate della recinzione, alcune delle quali sono state rubate.
È stata rilevata anche la distruzione di un muro secolare, un bene del patrimonio culturale e storico del territorio abbattuto per farne barricate. Nei giorni successivi è stata bloccata un’autobotte della ditta Mello che avrebbe dovuto innaffiare gli alberi d’olivo nel cantiere assediato, facendo soffrire un forte shock idrico agli alberi.
Intanto i parlamentari del gruppo di Sinistra Italiana chiedono al Governo di conoscere "i costi esatti sostenuti dallo Stato per mantenere in queste settimane i reparti delle forze dell'ordine in servizio antisommossa e di ordine pubblico a protezione del cantiere della multinazionale Tap nel Salento". Sinistra Italiana si chiede se il governo, “dopo aver occupato militarmente il territorio del comune di Melendugno con una presenza esagerata e assolutamente sproporzionata di personale e mezzi, intenda chiedere, come sarebbe giusto, alla multinazionale Tap di rimborsare le spese sostenute in modo ingiustificato finora a carico della collettività".