Giacimenti. La Cmi vuole sfruttare le riserve di metano a Colle Santo. Il Wwf contrario
In programma l’estrazione di 2 milioni di metri cubi di gas. Le preoccupazioni delle associazioni: “Genera rischi sismici”
In giugno la compagnia petrolifera Cmi Energia ha presentato al ministero dell’Ambiente una richiesta di valutazione di impatto ambientale per un giacimento di gas a Colle Santo, in Abruzzo, non lontano da Atessa.
Il piano di sviluppo prevede lo sfruttamento tramite quattro pozzi di produzione in 14 anni, da cui risulta una produzione complessiva pari a 2.156,8 milioni di metri cubi di gas di giacimento e di 127mila di barili di oli e condensati. L’area del giacimento sarà poi collegata con la rete di gasdotti della Snam.
Protesta il Wwf, che in questo caso fa ricorso alla paura sismica: "Il sisma dei giorni scorsi dovrebbe insegnarci che non è più possibile piangere dopo le catastrofi, ma che bisogna agire prima e anche per questo motivo il ministero dell'Ambiente ha il dovere di esprimere parere negativo al progetto ripresentato dalla Cmi Energia Spa, dopo la bocciatura del Consiglio di Stato, che ha accertato i rischi legati al progetto di coltivazione di gas naturale nel giacimento denominato Colle Santo", ha affermato Luciano Di Tizio, del Wwf Abruzzo, durante una conferenza stampa a Pescara, insieme a Massimo Colonna del Comitato Gestione Partecipata Territorio, a Giuseppe Di Marco di Legambiente, a Fabrizia Arduini e Andrea Natale del comitato scientifico.