Mondo trivella. Il M5S punta sulla valutazione Vas per l’Adriatico
In discussione una mozione che impegni alla Valutazione ambientale strategica
Secondo i deputati del Movimento Cinque Stelle in commissione Ambiente alla Camera, sarebbe passata “dopo giorni di lotta e di mediazioni” una risoluzione M5S (prime firmatarie Silvia Benedetti e Patrizia Terzoni) che “impegna il governo a richiedere la Valutazione ambientale strategica Vas per gli impianti di trivellazione nelle acque italiane dell'Adriatico”, mare nella cui parte italiana da decenni operano molte decine di piattaforme per l’estrazione di metano e petrolio.
Si calcola che delle 600mila tonnellate di idrocarburi finite nel Mediterraneo circa 522mila vengono portate in mare dai fiumi e il resto siano perdite di barche e navi. Finora, per fortuna, dei 27 incidenti segnalati nessuno ha riguardato l’Italia.
La Croazia ha anch’essa deciso di sfruttate i giacimenti sotto l’Adriatico, come l’Italia ha fatto negli ultimi 50 anni; le perforazioni cominceranno fra anni con una presenza pari a meno dello 0,05% del mare di competenza croata.
“Un mese fa l'Italia aveva richiesto alla Croazia di provvedere a fornire la Vas per i suoi impianti in mare. Questo accadeva all'indomani della consultazione pubblica avviata dalla Croazia” spiegano le grilline Terzoni e Benedetti, “il governo pensava di poter bacchettare loro senza prevedere nulla per i nostri impianti in Adriatico”.
Ora “anche il nostro governo è costretto a procedere con la Vas”.
Inoltre “il Pd ha fortemente voluto che nella premessa della risoluzione ci fosse un apprezzamento per la Strategia energetica nazionale; non approviamo quella dichiarazione, ma badiamo al risultato: il governo dovrà ora procedere con la Vas ed è grazie al lavoro del Movimento 5 stelle”, dicono le deputate di Grillo.
Infine, “nella risoluzione abbiamo ottenuto uno studio sull'istituzione di una zona di protezione ecologica nel Mar Adriatico - affermano Terzoni e Benedetti - secondo noi si sarebbe dovuto passare direttamente all'istituzione della zona di protezione, perché i rischi a cui i nostri mari sono sottoposti con le trivellazioni sono molto chiari e palesi. Ma questo è un piccolo passo nella direzione giusta. E oggi il risultato ottenuto è comunque molto importante”.