Non solo gas: TAP completa l'installazione di dissuasori sui fondali di San Foca a tutela dell'ambiente marino
L’intervento si colloca nel quadro delle azioni di mitigazione ambientale derivanti dall’analisi sullo stato dei fondali interessati dalle opere
TAP ha completato nei giorni scorsi, nelle acque antistanti San Foca, la posa di particolari dissuasori volti ad inibire la pesca a strascico nelle batimetriche inferiori a 50 metri, dove questa attività non è consentita. L’intervento si colloca nel quadro delle azioni di mitigazione ambientale derivanti dall’analisi sullo stato dei fondali interessati dalle opere a mare e ha l’obiettivo di proteggere la flora e la fauna subacquee, favorendo l’incremento delle risorse biologiche marine sia attraverso il blocco della pratica della pesca a strascico illegale, sia attraverso la predisposizione di substrati adatti al popolamento ittico.
L’intervento
L’intervento, eseguito nel rispetto delle autorizzazioni vigenti e in coordinamento con le autorità competenti, è stato realizzato con manufatti e materiali che favoriscono il fiorire della biodiversità, catturando la CO2 e offrendo prestazioni strutturali migliori rispetto al calcestruzzo tradizionale.
Oltre a impedire la pesca a strascico, la particolare forma e i materiali brevettati che compongono le strutture forniscono anche rifugio a molte specie ittiche, arricchendo l’habitat sottomarino e aumentando la pescosità di queste acque a beneficio della marineria locale, con cui TAP ha condiviso i dettagli dell’intervento.
A cosa servono
In particolare, la disposizione spaziale delle strutture consente di creare un’ampia area di circa 700 metri di lato, composta da 20 stazioni anti-strascico con dissuasori disposti in forma piramidale e un’ulteriore area con specifiche finalità di monitoraggio e oasi di ripopolamento della fauna ittica, dotata di 20 stazioni ravvicinate per una dimensione complessiva di 40x60 metri.
L’attività di posa è stata realizzata nelle acque circostanti l’exit point del microtunnel a San Foca, a una profondità compresa tra 16 e 43 metri, dove la pesca a strascico illegale aveva impattato l’originaria prateria di posidonia. Oltre all’installazione dei dissuasori e dei relativi materassi in pietrame di sottofondo eseguiti dall’imbarcazione principale, una seconda imbarcazione è stata dedicata ai monitoraggi ambientali in corso d’opera, seguiti e coordinati dagli enti di controllo.
In questo video, il racconto dell’attività appena conclusa https://youtu.be/v_EXsps4JbA