Ottime notizie per il Governo. Crolla il prezzo del petrolio, forte sconto in bolletta energetica
La quotazione del Brent, fortemente in calo, potrebbe portare a un risparmio di 4/5 miliardi nella fattura energetica, stimolando anche la competitività delle nostre imprese
Caduta libera delle quotazioni del petrolio negli ultimi giorni. Il Brent è arrivato a cedere il 5%, scendendo fino a 54,48 dollari. Si tratta dei livelli più bassi degli ultimi 17 mesi. A provocare l’ennesimo tonfo sono state le preoccupazioni degli investitori per l’eccesso di offerta. La situazione è diventata così critica che l’OPEC ha chiesto ai Paesi produttori di pubblicare i dati relativi alla produzione, così da generare fiducia sul mercato, con riguardo all’efficacia dei tagli alla produzione, decisi a inizio mese per 1,2 milioni di barili al giorno.
L’Arabia Saudita dovrà ridurre le proprie estrazioni giornaliere di 322.000 barili, basandosi su una produzione di riferimento a 10,6 milioni. La Russia, che però non fa parte dell’OPEC, ha deciso di ridurre la produzione di 230.000 barili al giorno. Per l’anno prossimo, l’EIA prevede un aumento della produzione petrolifera americana di 1,2 milioni di barili al giorno a 12,1 milioni.
Ma se gli investitori una volta tanto non esultano, c’è invece chi può sorridere: il Governo Conte (ma anche gli italiani). Come detto, il Brent è in queste ore sotto la soglia dei 58 dollari, tuttavia nella nota di aggiornamento al Def, il Brent per il 2019 è stimato a 73,8 dollari al barile. A oggi, quindi, ci sarebbe un risparmio di oltre 15 dollari, che si trasferirebbe direttamente sulla bolletta energetica del Paese.
Il rapporto 2018 dell’Unione petrolifera rileva che, nel 2017, l’aumento del greggio fece salire la bolletta energetica da 13,5 a 17,5 miliardi di euro. Due anni fa, le quotazioni del Brent hanno oscillato in un range compreso tra 50 e 60 dollari al barile, con l’eccezione dei picchi registrati alla fine dell’anno e con una media annua di 54,2 dollari (il 25% in più rispetto al 2016). Un stabilizzazione dei prezzi sotto quota 60 dollari al barile garantirebbe all’Italia un risparmio di almeno 4/5 miliardi di euro, facendo tirare un sospiro di sollievo alla casse del Paese: l’industria della Penisola è fortemente energivora, e un calo della materia prima renderebbe dunque più competitive le nostre esportazioni.