La parola alle aziende. Caro-bollette, per Dalena Ecologia si tratta della “tempesta perfetta” per settore energivoro
Il gruppo si occupa della gestione e del trattamento dei rifiuti. Gli aumenti, dice l’amministratore, non possono essere riversati su gare e appalti pluriennali
“Con le tecnologie che usiamo e le materie prime che mancano, per il nostro tipo di azienda - fortemente energivoro, si tratta di una tempesta perfetta”. A dirlo è Giuseppe Dalena (nella foto), amministratore del gruppo “Dalena ecologia”, con sede a Barletta, nonché presidente della locale sezione Ambiente ed Energia di Confindustria, che gestisce aziende diffuse nel territorio nazionale che si occupano della gestione e del trattamento dei rifiuti.
Fuori da ogni logica
Dalena ricorda che il prezzo del Pun nel corso di un anno è diventato più elevato, forse di dieci volte, ma tutte le iniziative industriali non possono ribaltare i costi ‘sine die’ sul cittadino". Il ribaltamento "non è automatico" come accade per altri settori. I servizi di gestione dei rifiuti, per esempio, "vengono affidati anche con contratti pluriennali su base di gara”. Per i prezzi “si fanno delle stime, considerando gli andamenti dei costi degli ultimi anni. Quello che si è verificato in quest'ultimo anno, però, è fuori da ogni logica". I conti del “caro bollette” sono presto fatti. "Una delle aziende del gruppo aveva un costo medio mensile di approvvigionamento di energia elettrica di circa 40mila euro", spiega Dalena. "Invece, l'ultima bolletta è di 110 mila euro. Quasi triplicato. Da giugno scorso i budget e i piani economico-finanziari sono completamente saltati”.
La questione materie prime
Ma è una "tempesta perfetta”, sottolinea Dalena, perché mancano anche le materie prime: metalli, materie isolanti ecc. È un momento di mercato drogato dai superbonus, dai costi energetici. Ad esempio, l'anno scorso alle fonderie italiane mancavano i rottami di alluminio perché il mercato cinese li aveva opzionati tutti. È capitato anche a noi personalmente di aspettare mesi, dai 4 ai 7, per avere materiali. D'accordo, ci sono superbonus e il bonus 110 ma questa penuria rende difficile, se non impossibile, qualsiasi programmazione. Peraltro, per poter trafilare quell'alluminio c'è un costo energetico raddoppiato. Esiste poi una notevole volatilità dei prezzi nel settore degli approvvigionamenti, del costo del denaro e del costo energetico”. Da una parte, quindi, difficoltà nella produzione "legata ai costi energetici, con i costi di incremento almeno nel nostro settore che sono raddoppiati per unità di prodotto, nel caso specifico per unità di tonnellata di rifiuto trattato", rileva Dalena. Sono aumenti che "non è possibile riversare sulle gare e sugli appalti. Questo significa contrazione dei servizi, perché poi l'impresa ovviamente da qualche parte deve pure aggrapparsi per poter pagare gli stipendi. Contrazione di servizi dovuta al mercato energetico, contrazione di posti di lavoro, quindi incapacità di sostenere gli investimenti dal punto di vista finanziario, aumento dei tassi di interesse per evitare l'innalzamento dell'inflazione. Non vogliamo ridurre la qualità dei servizi - conclude Dalena - per tenere la redditività in piedi". Ma la contrazione degli investimenti comporta "meno addetti, mezzi, attrezzature e personale meno aggiornati. Per noi le materie prime sono il lavoro. Dobbiamo investire sul personale, altrimenti è meglio non dotarsi di mezzi aggiornati e 4.0".