Petrolio a prezzi sempre più stracciati. Russia in allarme. Previsioni Aie
L’Agenzia mantiene invariate le stime di domanda per il 2014 e il 2015. La crescita del consumo è ai minimi da 5 anni, riprenderà nel 2015
Le quotazioni del greggio continuano a franare sui mercati internazionali scendendo sotto gli 80 dollari al barile dopo anni attorno ai 100 dollari e i prezzi sono scesi di circa il 30% dalla metà di giugno ma la maggior parte degli analisti ritiene che il trend ribassista sia lontano dall'essere terminato.
Da Parigi l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) mantiene invariate le previsioni per la domanda mondiale di petrolio per il 2014 e il 2015, mentre la produzione continuerà ad aumentare accentuando il ribasso del prezzo. “Sta diventando sempre più chiaro – specifica l’Aie - che siamo entrati in un nuovo capitolo nella storia dei mercati del petrolio”. Secondo l’agenzia, quest'anno il consumo di petrolio crescerà di 680mila barili al giorno, il livello più basso in cinque anni, per attestarsi a un totale di 92,4 milioni di barili al giorno. Si prevede una ripresa in 2015 grazie a un miglioramento del contesto macroeconomico, con una crescita di 1,1 milioni di barili al giorno a 93,6 milioni di barili al giorno.
Per questo motivo la Russia – i cui conti in difficoltà sono salvati dall’export di petrolio - si sta preparando a ogni possibile scenario circa l'andamento del mercato del petrolio, incluso quello che potrebbe vedere un crollo catastrofico dei prezzi del greggio. Lo ha detto il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. “Stiamo considerando ogni scenario - ha detto Putin - incluso quello cosiddetto catastrofico di un crollo dei prezzi dell'energia, che è assolutamente possibile e noi lo ammettiamo”. Putin ha tuttavia aggiunto che grazie al suo forziere pieno di riserve in valuta straniera per 400 miliardi di dollari la Russia dovrebbe riuscire ad attenuare l'impatto di un ulteriore calo dei prezzi del greggio. Nel frattempo la Russia deve fare i conti con la pesante svalutazione del rublo, che ha perso il 23% del valore nel corso degli ultimi tre mesi, e con una situazione di stallo per l'economia nazionale.