Russia, stop all’arrivo di gas dal Tarvisio. Mancherebbe l’aggiornamento normativo del contratto in Austria
Eni ha fatto sapere che non riceverà le quantità di gas richiesto dal fornitore russo Gazprom fino a martedì 4. Per Gazprom sarebbe una routine ad inizio di anno termico
La Russia ha chiuso i rubinetti del gas all'Italia. L'interruzione delle forniture è ufficialmente dovuta ad un sopraggiunto problema normativo con l'Austria, ma vista la situazione internazionale è diffuso il sospetto che si tratti di una iniziativa di Mosca volta ad acuire la crisi di prezzi e di forniture energetiche, dopo l'annuncio di nuove sanzioni e per i tentativi di mettere un tetto al prezzo del gas.
Che cosa sta succedendo
Gazprom - ha annunciato il colosso italiano degli idrocarburi in un comunicato - dalla giornata di sabato ha sospeso le consegne di gas a Eni, per l’asserita “impossibilità di trasportare gas attraverso l'Austria". "Di conseguenza, i flussi di gas russo destinati all'Eni attraverso l'entry point di Tarvisio saranno nulli", ha aggiunto. Successivamente, il gruppo italiano ha precisato che non avrebbe ricevuto nessuna delle importazioni richieste anche per il 2 ottobre e che la situazione sarebbe rimasta la stessa fino a lunedì. “Ci risulta però che l'Austria stia continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria”. Eni ha fatto sapere che non riceverà le quantità di gas richiesto dal fornitore russo Gazprom anche per lunedì 3 ottobre e che ci si aspetta che la situazione resti immutata anche martedì 4.
Una pura formalità
Come sempre, Gazprom nega la natura politica del provvedimento: il gas arriva fino all'Austria ma non può essere inviato in Italia a causa di un aggiornamento della normativa austriaca - viene detto - al quale Gazprom non ha ancora apposto la propria firma. Dalle dichiarazioni che si sono finora registrate Gazprom sembra addebitare le responsabilità all'Austria che, dal canto suo, parla di ritardo nella firma da parte di Gazprom: il cambiamento di normativa sarebbe una routine ad inizio di anno termico.
"Il trasporto di gas è stato sospeso a causa del rifiuto dell'operatore austriaco di confermare le autorizzazioni al trasporto, una decisione legata a modifiche normative". La maggior parte del gas russo consegnato all'Italia passa attraverso l'Ucraina, attraverso il gasdotto TAG (Trans Austria Gas Pipeline) che arriva a Tarvisio, nel nord del Paese, al confine con l'Austria. Secondo un portavoce di Eni citato dall'AGI, "Gazprom, stando alle sue comunicazioni, non sarebbe in grado di ottemperare agli obblighi necessari per ottenere il servizio di dispacciamento di gas in Austria dove dovrebbe consegnarlo". "Gazprom sta lavorando per risolvere il problema con i suoi acquirenti italiani", ha poi affermato. A Vienna, il regolatore del settore E-Control ha affermato laconicamente che queste nuove regole, entrate in vigore il 1° ottobre, erano “conosciute da mesi da tutti gli attori del mercato”. Si aspetta che "tutti rispettino e prendano le misure necessarie per adempiere ai propri obblighi". I problemi riguardano i "dettagli contrattuali" nell'account che gestisce il transito in Italia, ha scritto E-Control su Twitter.
Le forniture da Tarvisio
In Italia l'offerta di gas russo rispetto a quella complessiva era ormai da qualche tempo inferiore al 10%. La sospensione delle forniture a Tarvisio, dove arriva il gasdotto Trans Austria Gas Pipeline (Tag), non cambia quindi la situazione in modo significativo, ma certo aumenta le preoccupazioni riguardo la nostra capacità di arrivare alla fine dell'inverno con sufficiente gas per le nostre aziende e per il residenziale. Lo stop rende comunque sempre più impellente l'implementazione del piano portato avanti da Eni di potenziamento e diversificazione delle forniture di gas per sostituire gli oltre 20 miliardi di metri cubi all'anno importati da Mosca fino allo scorso anno.