Scenario. Il rallentamento della Cina frena anche il settore energetico europeo
Analisi di Moody’s. Molto esposta la Gazprom
Il settore dell'energia e il comparto minerario in Europa, Africa e Medio Oriente saranno i più esposti al rallentamento dell'economia cinese. Lo rileva l'analisi di Moody's Investor Service, secondo la quale soffriranno di più per la frenata dell'economia cinese - segnata da una previsione del manifatturiero a settembre ai minimi degli ultimi sei anni e mezzo - il settore minerario, seguito da quello delle esplorazioni di gas e greggio e da quello del trasporto marittimo. Risentiranno del calo cinese a valle anche il settore chimico e la produzione di automobili.
Particolarmente esposta pare la Gazprom, che lo scorso anno ha firmato un contratto con Cnpc per la fornitura di gas alla Cina per un valore stimato intorno ai 400 miliardi di dollari. “I gruppi del gas e del greggio - ha spiegato Tom Coleman, analista del settore Oil &Gas di Moody's - subiranno l'impatto non per i loro investimenti in Cina, ma per la caduta dei prezzi a causa dell'indebolimento della domanda”.
Secondo un’analisi di Goldman Sachs, il greggio al barile potrebbe scendere fino ai venti dollari per la contrazione della domanda di Pechino. Tra i fattori che potrebbero contribuire a una ripresa del prezzo del petrolio c'è la prevista diminuzione nella produzione di petrolio da parte dei Paesi non membri dell'Opec, l'organizzazione dei Paesi esportatori di greggio, che nel 2016 dovrebbe calare di cinquecentomila barili al giorno, secondo le stime dell'International Energy Agency.