Trivelle. I consumatori industriali di gas chiedono gasdotti e perforazioni
Secondo il consorzio industriale Gas Intensive l’Italia deve essere hub del Mediterraneo e non farsi scippare la produzione dai giacimenti nazionali
“Per la sopravvivenza e la ripresa del settore industriale, l’Italia non può prescindere da un sistema energetico che garantisca energia sicura, con prezzi stabili e competitivi. Nel caso del gas, il nostro paese importa quasi il 90% del proprio fabbisogno, ponendosi come il terzo consumatore europeo. È fondamentale, pertanto, che le Istituzioni Italiane ed europee prendano le decisioni necessarie per favorire sia l’incremento dei punti di accesso al sistema del gas italiano che le condotte con doppio flusso per un’utilizzazione ottimizzata delle stesse; lo sfruttamento della produzione nazionale; il rinnovo dei cosiddetti “contratti 130” per lo stoccaggio industriale; ove necessario l’utilizzo dell’interrompibilità del settore industriale e non solo il peak shaving. Tutto questo nell’interesse dei consumatori industriali e in prospettiva di un prezzo di fornitura più basso e competitivo”. Sono questi i concetti sottolineati da Paolo Culicchi, presidente del consorzio Gas Intensive, durante il convegno “Industria e mercato del gas: scenari, obiettivi e criticità”, tenutosi a Milano.
Gas Intensive è il consorzio che, con 300 aziende italiane appartenenti ai settori manifatturieri nazionali di laterizi, carta, metalli ferrosi e non ferrosi, piastrelle, ceramica, vetro, calce e gesso, tutte caratterizzate da un intenso utilizzo di gas, rappresenta il più grande consumatore industriale di gas naturale in Italia. Nel corso del convegno, organizzato da Gas Intensive, si è discusso della prospettiva in cui l’Italia si deve porre, per decidere al meglio su tematiche fondamentali, legate al settore del gas, come le infrastrutture, il mercato e lo stoccaggio. All’evento hanno partecipato come relatori Guido Bortoni (presidente dell'Autorità dell’energia), Samuele Furfari (direzione generale Energia della Commissione Europea), Gilberto Dialuce (direttore generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche al ministero dello Sviluppo Economico), Francesco Giunti (Eni) e Paolo Culicchi (Gas Intensive).
Il convegno è entrato subito nel vivo sul tema della sicurezza energetica e delle infrastrutture. In proposito il presidente Culicchi ha dichiarato: “Per garantire maggiore stabilità e sicurezza al sistema industriale italiano, è necessario diminuire la nostra dipendenza da paesi con problematiche di natura geo politica puntando, laddove possibile, sullo sfruttamento del gas di produzione nazionale, con grande attenzione a non farci ‘portare via’ ciò che abbiamo alle porte di casa, proprio nel mare Adriatico, ad esempio. Se possibile e sostenibile dal punto di vista ambientale, estraiamo quel gas e utilizziamolo”.
In risposta alle sollecitazione di Culicchi, sui temi cruciali della sicurezza e dell’interconnessione della rete infrastrutturale, è intervenuto Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia: “Le infrastrutture e la creazione di una rete europea sono la base per un mercato unico europeo ma i costi di tali infrastrutture non possono gravare solo sulle spalle dei consumatori o di un solo o pochi Paesi. Senza diversi criteri distributivi di tali costi è difficile che l’Italia possa diventare un hub che, come obiettivo finale, deve avere quello di abbassare il prezzo del gas. L’Autorità sta lavorando per risolvere le molte rigidità del sistema del gas – ha continuato Bortoni - Alcune sono state già risolte. Anche per questo siamo riusciti ad agganciare il nostro prezzo all’ingrosso a quello dei mercati continentali”.
Un altro tema cruciale per il sistema italiano è stato quello dello stoccaggio industriale: “Il decreto 130 sullo stoccaggio industriale è stato il volano che ha introdotto importanti modifiche al mercato italiano del gas, creando le condizioni per lo sviluppo della concorrenza, fino ad allora assente - ha sostenuto il presidente Culicchi. - In questo modo è stato possibile avvicinare il prezzo italiano del gas a quello europeo. Il lavoro però non è concluso e il rischio di ripresa dei differenziali tra l’Italia e l’Europa esiste ancora. Siamo ormai prossimi al termine dei primi cinque anni di durata dei contratti 130. Ci troviamo davanti al bivio di scegliere se rinnovare in toto il contratto o se rinunciare a tutta la capacità di stoccaggio. Così poste, le due opzioni sono troppo rigide. Alla luce delle condizioni di mercato attuali, al sistema servirebbe di poter disporre anche dell’opzione di un rinnovo parziale”.
In risposta alle richieste di Gas Intensive si è espresso Gilberto Dialuce, del ministero dello Sviluppo Economico: “Riteniamo che per i contratti di stoccaggio industriale, ora in scadenza, sia possibile ipotizzare un rinnovo parziale, sia in termini di capacità che di durata temporale”.
Un altro tema trattato durante il convegno è stato quello dell’inserimento del terminale Olt di Livorno tra le infrastrutture strategiche, in caso di shortage di gas per il prossimo inverno: “Non condividiamo la scelta di garantire i ricavi al terminale Olt di Livorno, inserendolo tra le infrastrutture strategiche, per di più a lavori già ultimati, e nonostante l’iniziale rinuncia di Olt a tale garanzia - ha affermato Culicchi . - Non solo perché questa scelta appesantisce la bolletta, ma anche perché la sola garanzia dei ricavi non è in grado di assicurare l’effettivo funzionamento del terminale in caso di necessità: se nessuno introduce gas nel terminale, infatti, è difficile che questo possa essere immesso in rete al momento del bisogno”. Al contrario, l’interrompibilità del gas dell’industria è uno strumento certo, su cui si può fare affidamento.