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Tutto quello che avreste voluto sapere sui biocarburanti e non avete mai osato chiedere. L’emendamento UE, lo studio di Regione Lombardia e la produzione di Eni in Basilicata

where Milano when Lun, 31/07/2023 who roberto

La Commissione europea si è impegnata a presentare entro il prossimo autunno una proposta per l’immatricolazione post 2035; lo studio si inserisce nel percorso avviato da Regione Lombardia per evitare la perdita di circa 20.000 posti di lavoro solo in Lombardia

I biocarburanti si riprendono biocarburanti.jpgla ribalta che sembravano aver lasciato alla mobilità elettrica. Dalla politica all’industria potrebbe cambiare presto lo scenario per i biofuels: proprio in settimana un emendamento della Commissione Industria del Parlamento europeo ha fornito la prima definizione europea di carburanti “carbon neutral” includendo anche biocarburanti e i recycled fuels, dando così un valido contributo anche per i lavori delle altre Commissioni parlamentari nonché del Comitato tecnico presso la Commissione europea che si sta occupando  dell'omologazione dei veicoli alimentati esclusivamente con combustibili "carbon neutral".
La Commissione europea, infatti, si è impegnata a presentare entro il prossimo autunno una proposta per l’immatricolazione post 2035 di veicoli che funzionino esclusivamente con combustibili “carbon neutral”. La decisione odierna può costituire un primo passo per arrivare a quella neutralità tecnologica che permetterebbe di accelerare davvero sulla decarbonizzazione dei trasporti.
 
Lombardia, presentato in Regione uno studio sui biocarburanti
Uno studio che conferma le grandi potenzialità dei carburanti rinnovabili e un manifesto condiviso dal sistema lombardo. È quanto è stato presentato dall’assessore della Regione Lombardia allo Sviluppo economico, Guido Guidesi. “L’Unione europea – ha commentato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana – con una visione troppo ideologica non vuole prendere in considerazione i carburanti rinnovabili. Tuttavia, gli obiettivi di sostenibilità imposti proprio dalla Commissione europea, che il sistema lombardo condivide, possono essere raggiunti anche imboccando questa strada. Non c’è solo l’elettrico per l’abbattimento delle emissioni. Nella gestione della transizione ecologica serve razionalità e buonsenso. Occorre scongiurare una tempesta economica e sociale nel settore dell’Automotive. Come Regione siamo in campo per coniugare, in modo pragmatico, sostenibilità ambientale e tutela del nostro tessuto produttivo”. Lo studio si inserisce nel percorso avviato da Regione Lombardia nel marzo 2022 in difesa della filiera dell’automotive, per evitare la perdita di circa 20.000 posti di lavoro solo in Lombardia e 70. 000 in tutto il Paese. Regione Lombardia, ha affidato al ‘Cluster Lombardo Mobilità’ la definizione di uno studio sui carburanti rinnovabili. Sono state messe a confronto diverse fonti energetiche tenendo in considerazione anche l’intero ciclo di vita del veicolo e sistema di propulsione. Sotto la lente Biometano e Bio GLN, HVO (olio vegetale idrotrattato), E-fuels (electrofuels), Idrogeno, Bio-GPL e DME-rinnovabile. Sono stati analizzati sia i vantaggi in termini di emissioni durante il consumo sia la capacità attuale di produzione, le quantità in dotazione, il potere energetico, il costo di produzione, la scalabilità industriale, in un approccio tecnologicamente neutrale e razionale, sulla base di una omogenea comparazione dei dati. Le grandezze considerate sono: il potere calorifico espresso in kWh per ogni chilogrammo di carburante, le emissioni conseguenti (considerando sia il veicolo in esercizio che il suo intero ciclo di vita), i volumi disponibili nel tempo, il costo al chilogrammo, l’esistenza delle reti di distribuzione, le competenze attuali e necessarie lungo l’intera filiera, la normativa e gli incentivi per l’innovazione, la produzione e i consumi. “I risultati – ha concluso Guidesi – sono confortanti. I carburanti rinnovabili danno un contributo significativo in tema di sostenibilità ambientale; altresì la neutralità tecnologica consente la tutela e il rinnovo delle attuali filiere produttive con la conseguente nascita di nuove professionalità. Per questo, insieme al sistema lombardo, chiediamo il supporto delle istituzioni sovraregionali”.
 
Accordo Eni-Alsia per produrre biocarburanti in Basilicata
Nascerà in Basilicata uno stabilimento Eni dove produrre biocarburanti da semi oleoginosi coltivati nella regione. Ha preso il via nei giorni scorsi ‘Agri Hub Basilicata’, un progetto che punta alla creazione di una filiera agricola lucana per la produzione di semi da trasformare in olio vegetale a fini energetici. “Agri hub Basilicata” scaturisce da una convenzione firmata nei giorni scorsi tra l’Alsia e la compagnia petrolifera. “Grazie ai nuovi accordi e al fondo delle compensazioni ambientali continuiamo a investire in progetti no oil. Stiamo facendo i primi passi in una Basilicata che prima o poi sarà senza petrolio e che deve avere altri settori sui quali puntare. Uno di questi – ha spiegato l’assessore regionale alle Politiche agricole, Alessandro Galella, presentando l’iniziativa alla stampa – riguarda proprio l’agricoltura. Daremo così un’opportunità importante ai nostri agricoltori per tornare a investire sui propri terreni affiancando un’altra produzione a quelle esistenti. Non ci sarà sovrapposizione né competizione con la filiera alimentare. Gli imprenditori agricoli non saranno costretti ad abbandonare le colture tradizionali, anzi potranno recuperare i terreni degradati, abbandonati, contaminati o più generalmente non utilizzabili per produzioni alimentari avendo un acquirente sicuro”. Il progetto si svilupperà in due fasi. La prima servirà a valutare tramite metodologia phenotyping e nella messa a terra le sementi fornite da Eni considerate più promettenti e adatte per il territorio: girasole, cartamo, ricino, colza e camelina. Le prove saranno effettuate su 26 varietà di queste specie in circa 10 ettari di terreno messi a disposizione nelle tre aziende sperimentali dell’Alsia: “Pantanello” di Metaponto, “Gaudiano” di Lavello e “Pantano” di Pignola. Nella seconda, dimostrativa, i risultati ottenuti saranno trasferiti nelle aziende agricole lucane, reputate idonee per le loro caratteristiche, che avranno dato la loro disponibilità.

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