Tutto Omc. I petrolieri tracciano il futuro senza (forse) petrolio
Il contributo dell'industria dell'oil&gas verso un futuro low carbon. Il sottosegretario Scalfarotto. Come gestire la transizione
I rappresentanti dei Paesi del Mediterraneo e alcuni tra i massimi vertici dell'industria dell'oil & gas internazionale a confronto sulle politiche energetiche e climatiche del futuro in uno scenario di grandi cambiamenti, che vedrà la domanda di energia crescere di oltre il 30% al 2035. Dalla transizione verso un'economia low carbon, al ruolo del Mediterraneo come hub del gas, per individuare le politiche, le soluzioni tecnologiche e le attività di ricerca verso un'economia più sostenibile. È la sfida di Omc 2017, la 13esima edizione dell'Offshore Mediterranean Conference & Exhibition, la principale vetrina dell'oil & gas nel bacino del Mediterraneo che si è conclusa a Ravenna nei giorni scorsi.
Gli ospiti - Inaugurata alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, con i ministri del Petrolio dell'Egitto, Tarek El Molla, delle Risorse Energetiche di Cipro, Yiorgos Lakkotrypis, e dei ceo di Eni, Claudio Descalzi, e Edison, Marc Benayoun.
I dati - L’edizione ha registrato il record di 22mila presenze, il 12% in più rispetto al 2015. Raddoppiato nell'arco di 10 anni anche il numero degli espositori: 650, provenienti da 30 Paesi su un'area espositiva (tra interno e esterno) di 35mila mq, il 30% più del 2015. Molto elevato il livello tecnico dei contributi ricevuti per Omc2017.
Il premio - L' Omc 2017 si conclusa con la premiazione dei migliori paper presentati. Questi i vincitori Fabrizio Zausa (Eni) - Best Paper for Technical Content; Bianca Cecconi, (Geolog International) - Best Paper by a Young Talent. I migliori stand premiati sono stati: Pneumax - Best Design; Rosetti Marino - Best Stand Innovation; Drillmec - Best Technical Content; DG Impianti - Best Overall Quality.
La transizione energetica - "Le economie più avanzate - ha ribadito il Sottosegretario del Ministero
dello Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto, aprendo i lavori - si stanno attivando per raggiungere gli obiettivi auspicati a livello di riduzione delle emissioni di carbonio. Il nostro Governo è determinato non solo ad agire per garantire il raggiungimento dei target europei al 2030, ma anche per fare in modo che la transizione energetica possa essere un motore di crescita economica e di sviluppo grazie a investimenti e nuovi posti di lavoro in progetti innovativi".
E proprio Omc, con il "Transition to a sustainable energy mix: the contribution of the Oil&Gas Industry" ("Transizione verso un mix energetico sostenibile: il contributo dell'industria Oil&Gas") vuole essere - ha sottolineato il presidente di Omc Innocenzo Titone - l'arena di confronto sui temi energetici mondiali, puntando sulla ricerca di soluzioni tecnologiche per contrastare il cambiamento climatico, l'avvio di numerosi progetti di generazione elettrica basati su fonti rinnovabili e l'impegno a un maggiore utilizzo del gas, che rimane il combustibile fossile più ecosostenibile e che vedrà un aumento del consumo totale e un maggior peso nel mix energetico all'insegna della sostenibilità, della sicurezza e del rispetto dell'ambiente".
Molto importante il peso che avranno le industrie dell'Oil&Gas, pronte a cogliere la sfida delle rinnovabili e a traghettare la transizione verso un futuro di energia sostenibile che non può prescindere comunque dal gas, che è la fonte fossile più pulita.
"Per garantire la sostenibilità a lungo termine - ha detto Claudio Descalzi, Amministratore delegato di Eni - abbiamo definito una strategia di decarbonizzazione, che si basa sull'integrazione tra il nostro business tradizionale e l'energia da fonti rinnovabili, sfruttando tutte le possibili sinergie industriali, logistiche e commerciali. In questa ottica, la scoperta di Zohr rappresenta un punto di svolta, in quanto lo sviluppo del più grande giacimento di gas del Mediterraneo unito alla realizzazione di progetti in ambito rinnovabile può diventare un modello unico verso la transizione energetica".
"Edison - ha ribadito Marc Benayoun, Amministratore delegato di Edison - è fortemente convinta che il gas sia indispensabile nella transizione energetica e che l'Italia debba avere una posizione forte e integrata in questo settore, non solo per preservare la catena del valore nell'attività di produzione, ma anche e soprattutto per garantire la competitività delle imprese italiane. In Italia il gas rappresenta più della metà della produzione di idrocarburi di Edison e il 40% delle nostre riserve: questo spiega il rinnovato interesse che abbiamo per lo sviluppo di nuovi giacimenti di gas che ora hanno una nuova rilevanza alla luce dell'ottimizzazione dei costi di sviluppo e di un contesto autorizzativo favorevole".
Low carbon economy - Le prospettive della low carbony economy e il contributo che l'innovazione tecnologica può portare alla rapida decarbonizzazione dell'economia sono state al centro di un dibattito animato. Aziende e imprenditori nel settore energetico si sono confrontati per individuare e discutere sul contributo che possono portare per affrontare le sfide di un'economia a basse emissioni e per sviluppare soluzioni tecnologiche che assicurino un utilizzo più verde dell'energia.
Elizabeth Tørstad, Ceo Dnv Gl, ha parlato del grande potenziale nella riduzione delle emissioni di CO2 nella produzione di idrocarburi. Nella sola Norvegia, Dnv Gl ha stimato che è possibile ridurre del 29% le emissioni grazie alla diffusione di tecnologie di efficienza energetica e alla diffusione di rinnovabili, in un'ottica di integrazione con la produzione di idrocarburi. Un altro settore che può contribuire in maniera significativa in questo senso è quello del trasporto che, come ha commentato Katia Valtorta, principal Arthur D. Little, contribuisce per il 20% delle emissioni globali di gas climalteranti. La chiave, in questo caso, è il cosiddetto fuel shift, ossia la sostituzione dei combustibili attualmente utilizzati con il gas naturale. In particolare, Arthur D. Little stima che la penetrazione di Lng ha un grande potenziale per quanto riguarda il settore delle navi, dei camion, dei treni specialmente in aree geografiche quali Cina, India e Stati Uniti. Il problema fondamentale è di promuovere lo sviluppo delle infrastrutture per permettere una rapida diffusione dell'energia in questi segmenti di mercato.
La transizione energetica è iniziata e non si arresterà, ha ribadito Luca Cosentino, executive vp energy solutions Eni, e bisogna promuovere, in particolare, la penetrazione delle rinnovabili per garantire il future low carbon che il mondo deve traguardare. L'impegno di Eni in questo senso è consistente, sia in termini di investimenti, sullo sviluppo di nuove teconologie quali, ad esempio, il solare organic e a film sottile e il west to fuel, sia per quel concerne gli investimenti industriali con un forte impegno finanziario nel quadriennio.
Wilfried Mass, technical development leader Ccs Shell, ha presentato il quadro dei progetti di Ccs (carbon capture and storage) su cui la società si sta impegnando, illustrando in particolare il primo progetto su scala commerciale, avviato nel 2016 in Canada con il supporto finanziario dei governi canadese e dell'Alberta. Il progetto è dimensionato per catturare un milione di tonnellate annue di CO2 che equivalgono alle emissioni annue di 250mila veicoli.
Silvia Grandi, del ministero dello Sviluppo Economico, ha presentato il rinnovato impegno del Mise nel supportare gli sforzi di decarbonizzazione dell'economia anche con la partecipazione dell'Italia a importanti organismi internazionale quali il G7 Ambiente ed Energia di cui ha in questo semestre la presidenza.
Robert C. Armstrong, director Mit Energy Initiative, ha presentato una panoramica sulle prospettive della decarbonizzazione dell'economia. Ci dobbiamo attendere - ha detto - un'accelerazione della penetrazione delle rinnovabili, grazie anche agli sviluppi sulle tecnologie solari a film sottile che promettono forti contenimenti dei costi di produzione. Viviamo, secondo Armstrong, in un periodo di sorprese, come testimonia la rivoluzione dello shale gas in America e l'impressionante crescita delle rinnovabili che, nell'ultimo decennio, hanno aggiunto oltre 560GW di produzione elettrica grazie alla riduzione dei costi produttivi.
Altro panel di grande interesse, organizzato dalla DGS-UNMIG, è stato quello in cui si è affrontato il tema "Geotermia: prospettive di sviluppo innovative in Italia e in Europa". Il Presidente del Settore Idrocarburi e Geotermia di Assomineria, Pietro Cavanna, intervenuto insieme a istituzioni nazionali e locali, centri di ricerca, operatori e associazioni ambientaliste, ha ribadito il contributo del settore alla riduzione delle emissioni per una politica Low Carbon.