Via dal greggio: stop al petrolchimico di Marghera, arriva l’oleochimico
Accordo dell’Eni per riconvertire le produzioni della raffineria e del polo delle plastiche: basta greggio, si userà l’olio di palma per produrre carburanti e materie prime per la chimica
È stato trovato l'accordo sulla riconversione dello stabilimento Eni di Marghera. Alla presenza del ministro Federica Guidi, è stato firmato il Protocollo per la reindustrializzazione e il rilancio del sito veneto. Le nuove scelte produttive (previsti investimenti per circa 200 milioni di euro) consentiranno di garantire l'occupazione, di assicurare la fornitura all'intero sistema chimico Eni dislocato in Valle Padana (Mantova, Ravenna e Ferrara) e di realizzare un nuovo impianto per la produzione di biocarburante. All'incontro per la sottoscrizione del documento che dettaglia la trasformazione dell'impianto di Marghera e la nascita di un nuovo polo tecnologico hanno preso parte: il viceministro Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, rappresentanti della Provincia e del Comune di Venezia, l'Autorità portuale e le organizzazione sindacali nazionali dei chimici. Per Eni hanno firmato il testo Daniele Ferrari e Salvatore Sardo.
L'investimento di circa 200 milioni di euro si svilupperà nel nuovo assetto produttivo, con la fermata definitiva dell'impianto Cracking (sarà invece mantenuto l'impianto Aromatici) e nell'ampliamento del polo green di Marghera con la realizzazione di tre nuovi impianti. Eni-Versalis ha definito strategico lo stabilimento e manterrà il personale a 430 dipendenti, con un ampliamento di 50 addetti contro 25 pensionamenti.
Non arriveranno più le petroliere cariche di greggio. Al loro posto, navi cisterna cariche di olio di palma con la certificazione di sostenibilità. L'accordo prevede la nascita di un polo tecnologico di chimica da fonti rinnovabili, determinando una nuova chimica di specialità, a maggiore valore aggiunto, e una sostenibilità economica di lungo respiro, oltre al progetto già avviato nel febbraio scorso con la società americana Elevance Renewable Science per lo sviluppo del processo di Metatesi di oli vegetali. Con la messa a punto della nuova tecnologia, Versalis amplierà il polo green a Marghera con la realizzazione di ulteriori impianti.
Produrrà detergenti lubrificanti e intermedi per la chimica e sarà il primo impianto industriale al mondo a realizzare prodotti bio per la perforazione petrolifera.
"A Porto Marghera creeremo un polo per la chimica verde con due nuovi impianti produttivi che, grazie a un'innovativa tecnologia, produrranno detergenti e lubrificanti partendo da oli vegetali", annuncia l'ad Claudio Descalzi. Il segretario della Uiltec Paolo Pirani sottolinea ci sarà un investimento da 200 milioni con "il mantenimento dei livelli occupazionali".
Secondo Pirani, "si tratta di un accordo storico per la riconversione e un investimento di 200 milioni per Porto Marghera, confidiamo in un senso di responsabilità affinchè venga garantita la realizzazione degli impegni". "È stata favorita la realizzazione di iniziative industriali e la promozione di nuove creando i presupposti per una duratura ripresa delle attività economiche. In particolare l'accordo si pone l'obiettivo della riconversione industriale dello stabilimento di Porto Marghera attraverso la realizzazione di un polo tecnologico integrato di chimica da fonti rinnovabili, la riqualificazione professionale delle risorse umane e il mantenimento dell'occupazione, oltre allo sviluppo di ulteriori imprese locali del settore chimico".
“L'intesa rappresenta un passo fondamentale per il futuro di Porto Marghera e si inquadra nell'impegno di Eni per rilanciare le proprie attività industriali in Italia facendo leva su innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”, dice l'amministratore delegato Descalzi. “È un'ulteriore conferma della centralità di Porto Marghera all'interno del sistema industriale di Eni e dell'impegno di Eni in Italia, che per noi è il primo paese a livello di investimenti. La prosecuzione della collaborazione tra Eni, istituzioni e parti sociali sarà determinante nella fase di realizzazione del progetto. Come fatto a Gela nei giorni scorsi, e ancor prima con la bioraffineria di Porto Marghera e gli impianti biochimici di Porto Torres, Eni ha valorizzato le competenze e gli asset locali riposizionando le attività industriali su settori di mercato in crescita nell'ambito dell'economia verde, salvaguardando l'occupazione e offrendo nuove opportunità di sviluppo al territorio”.
“L'accordo su Porto Marghera è importante perchè offre una soluzione di prospettiva per un'area industriale abbandonata nel tempo dalle istituzioni, dall'Eni, dalla politica”, afferma Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil. “Abbiamo ottenuto interessanti impegni industriali e finanziari ed un impegno favorevole per un confronto di merito sulle ricadute del nuovo progetto di Porto Marghera per gli insediamenti chimici dell'area padana che fin qui si sono riferiti attraverso il cracking di Porto Marghera”.
Secondo il segretario nazionale dell'Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, “è un accordo che garantisce solide basi per il futuro del sito e offre una prospettiva stabile e serena in quanto, oltre ad assicurare stabilità per i livelli occupazionali attuali, ne consente anche una crescita. Questo è possibile in quanto si è deciso di andare verso l'applicazione di un piano industriale ecocompatibile che offrirà prospettive di rilancio per tutto il territorio”.
“Impegni concreti e non chiacchiere, ma soprattutto una nuova chimica compatibile con il delicato equilibrio e la fragilità della Laguna di Venezia”: con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha commentato il protocollo su Marghera.