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Caffè senza sprechi: dagli scarti nascono farmaci e cibo eco-friendly

where Roma when Gio, 06/02/2025 who roberto

Ricerca Enea sui sottoprodotti del chicco più famoso del mondo: dalla cascara alla silverskin, ecco come possono essere valorizzati. Aiutando i coltivatori

Alcune molecole benefiche presentieneainformn456del30gennaio2025.jpg nel caffè possono essere utilizzate per sviluppare nuovi prodotti in campo alimentare, nutraceutico, cosmetico e agricolo. Le ha individuate l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. La ricerca, condotta con il supporto di alcuni istituti di ricerca messicani e dell’Organizzazione internazionale italo-latino americana (Illa), è stata pubblicata sulla rivista Plants ed è di particolare rilievo in quanto mette in evidenza le proprietà della cascara, la buccia essiccata, tra i sottoprodotti finora meno studiati del caffè.

Per la ricerca, l’Enea ha scelto il Messico come caso di studio, in particolare l’area montuosa della Sierra de Zongolica, a Veracruz, dove viene coltivato caffè di alta qualità senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti e altre sostanze chimiche.
 
Erbicidi, infusi e funghi
Oltre alla cascara, gli altri sottoprodotti della lavorazione del caffè, come il pergamino e la silverskin, possono svolgere un ruolo di antiossidanti e additivi antifungini grazie ai loro composti polifenolici. In particolare, il pergamino può essere utilizzato come erbicida intorno agli alberi da frutto, mentre la silverskin può diventare un ingrediente alimentare, addensante e colorante, oltre a essere utilizzato negli infusi e per migliorare le proprietà fisiche e chimiche del suolo agricolo nella coltivazione di funghi commestibili.
 
La parola ai ricercatori
“Gli scarti del chicco di caffè sono spesso considerati un problema ma, grazie alla ricerca scientifica, possono trasformarsi in miniere di molecole benefiche, come antiossidanti, polifenoli, carotenoidi, flavonoidi e minerali, per realizzare prodotti a valore aggiunto per vari settori”, spiega la ricercatrice dell’Enea Loretta Bacchetta, coautrice dello studio insieme ai colleghi Oliviero Maccioni (laboratorio di Bioeconomia circolare rigenerativa), Gianfranco Diretto e Sarah Frusciante (Biotecnologie Green). “Abbiamo identificato il numero più alto di sempre di molecole non volatili della cascara essiccata, ben 93, aprendo la strada a un suo migliore riutilizzo, in linea con i principi di economia circolare e bioeconomia, generando reddito aggiuntivo per i coltivatori di caffè”, aggiunge Bacchetta.
“In quella regione del Messico i sistemi agricoli tradizionali si trovano ad affrontare grandi sfide legate ai cambiamenti climatici e socioculturali, oltre che a relazioni commerciali asimmetriche: circa l’80% del guadagno va infatti alle aziende che qui lo acquistano”, sottolinea Bacchetta. “Per questi motivi”, conclude, “un gruppo di venti famiglie di coltivatori ha avviato un processo di diversificazione rispetto alla produzione di caffè, riutilizzando i suoi sottoprodotti, in particolare la cascara essiccata sotto forma di fertilizzante, per il 40%, e di infuso per bevande, per il 5%. Ma si tratta di un prodotto che potrebbe essere utilizzato anche come additivo nutrizionale e funzionale in campo alimentare, come ad esempio già succede in Svizzera”.

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