Spreco alimentare. Ecco la guida per gettare meno cibo. Le iniziative delle aziende
Il 5 febbraio si celebra come ogni anno la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare ma i dati sono impietosi: nel 2024 in Italia i “buchi” lungo la filiera sono aumentati del 46% rispetto al 2023. Tra i cibi più sprecati: frutta fresca, verdure e pane. Ecco cosa si può fare
In Europa, nel solo 2024, sono stati sprecati circa 60 milioni di tonnellate di prodotti agroalimentari, per un valore di 132 miliardi di euro. A livello pro capite, significano 70 chili di cibo buttato nelle spazzature delle nostre case e 12 chili nei ristoranti. Lo scorso anno in Italia gli sprechi alimentari lungo la filiera sono aumentati di circa il 46% rispetto al 2023. Tra i cibi più sprecati: frutta fresca, verdure e pane (fonte: Rapporto Waste Watcher). I dati sono stati resi noti nella dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio, sottolineando che per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile occorrerà ridurre del 54% lo spreco pro capite settimanale (dagli attuali 0,68 a 0,37 chilogrammi).
Dalla lista della spesa ai prodotti sfusi
In occasione della Giornata, Metrofood-It, l’infrastruttura di ricerca in campo agroalimentare coordinata dall’Enea, ha presentato una guida per ridurre gli sprechi, promuovere una spesa più consapevole e una gestione più efficiente delle risorse. Gli interventi, spiegano gli esperti nella guida, sono da condurre a diversi livelli: contro le perdite nella filiera agroalimentare e per ridurre gli sprechi nelle mense scolastiche e nei servizi di ristorazione, fino al cibo sprecato a livello domestico.
In quest’ultimo caso, Metrofood-It suggerisce di pianificare i pasti e fare una lista della spesa; utilizzare gli avanzi per creare nuovi piatti; controllare le scadenze; leggere le etichette e distinguere tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”; conservare gli alimenti correttamente come descritto in etichetta; acquistare prodotti prossimi alla scadenza venduti a prezzi scontati e acquistare prodotti sfusi o nelle porzioni necessarie
Qui la guida integrale con tutti i consigli: https://www.media.enea.it/component/...
CiboAmico: 155mila pasti recuperati
Sono quasi 155mila i pasti recuperati dal 2009 ad oggi grazie a CiboAmico, il progetto del gruppo Hera che combatte lo spreco alimentare e aiuta le persone in difficoltà. Un risultato che si traduce in 634mila euro di
valore complessivo e oltre 68 tonnellate di rifiuti in meno, corrispondenti a circa 150 cassonetti. L’iniziativa, nata nel 2009 dalla collaborazione della multiutility con Last Minute Market e la società di ristorazione Elior, ha consentito di donarli a persone in difficoltà, attraverso alcuni enti no-profit attivi sui vari territori. Nella Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare sono questi i dati principali di CiboAmico, progetto attivo in otto mense in Emilia Romagna (nella foto). Nel solo 2024 ha permesso di recuperare circa 17mila pasti, pari a 7,4 tonnellate di cibo e un valore di quasi 65mila euro. Sono sei le associazioni che beneficiano del progetto, assistendo complessivamente quasi 300 persone.
Nel pieno rispetto di tutte le norme igieniche e sanitarie previste, grazie a CiboAmico vengono recuperati e donati i pasti non consumati dalle mense aziendali del Gruppo Hera.
Cirfood punta sulle scuole e sulle donazioni
Altre iniziative legate alla Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare sono quelle di Cirfood, impresa cooperativa italiana della ristorazione collettiva, commerciale e attiva anche nei servizi di welfare. Si va
dall’educazione e sensibilizzazione, attraverso la distribuzione di kit antispreco nelle mense scolastiche di oltre 430 comuni italiani, con materiali informativi per incentivare il riutilizzo del cibo non consumato, ai progetti educativi con le scuole, basati sulla gamification (ludicizzazione) e sulla formazione dedicata al proprio personale.
Ci sono poi il riutilizzo degli scarti, per esempio attraverso la collaborazione con il gruppo Hera per il progetto Hove, che nel 2024 ha permesso il recupero di 65 tonnellate di olio vegetale esausto, convertite in 68mila litri di biocarburante, e il recupero delle eccedenze e donazioni di cibo ancora edibile grazie alla collaborazione con Regusto e Too Good to Go (che ha permesso di salvare 15.390 pasti nel 2024).